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La comunità serba blinda il titolo di realtà straniera più numerosa

Sfiorata nel 2018 la soglia dei 4.500 cittadini residenti in città. Argento ai romeni. E i kosovari scalzano i croati al terzo posto

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TRIESTE Il primato resta imbattibile. Ancora una volta la comunità serba conquista il titolo di gruppo straniero più numeroso a Trieste. Nel 2018 risiedevano regolarmente in città 4.453 cittadini nati in Serbia: un dato in netta crescita rispetto all’anno precedente e ben lontano da quello raggiunto dalla seconda comunità più numerosa, quella rumena, ferma a quota 3.168 componenti. Colpo di scena in terza posizione: la medaglia di bronzo va infatti alla comunità kosovara che, con 1.308 rappresentanti, supera quella croata, terza fino all’anno precedente.



I dati sono forniti dall’Anagrafe di Trieste e fotografano un trend in crescita, almeno nella parte più alta della classifica. I serbi crescono dai 4.239 del 2016 ai 4.315 del 2017 fino ai quasi 4500 dello scorso anno. In crescita pure i romeni residenti da Trieste, passati dai 2.882 del 2016 ai 3.030 del 2017 fino ai 3168 nel 2018. In calo invece i croati, passati dai 1.222 del 2017 (erano 1.192 l’anno prima) ai 1.238 dell’anno scorso. Stabile invece la rappresentanza cinese, che contava 1.018 membri della comunità nel 2016, 1.039 l’anno seguente e 1041 nel 2018.

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A commentare i dati Milica Markovic, presidente della Consulta dei cittadini stranieri a Trieste, organo consultivo del Consiglio e della giunta Comunale. «Trieste è sempre stata un modello di convivenza tra culture e popoli diversi - spiega - e la varietà di comunità straniere presenti lo dimostra. Qui per gli stranieri esiste un clima sereno, pacifico, costruttivo e di rispetto. Lo si vede ad esempio quando vengono celebrate le diverse festività: c’è comprensione reciproca, e la situazione positiva si riflette sulla Consulta stessa, composta da quindici persone con diverse provenienze, che collaborano sempre con attenzione e impegno».

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Nelle varie comunità le nuove generazioni sono rappresentate dai giovani, figli di chi si è trasferito in città in particolare negli anni ’90. Ragazzi nati qui e che qui hanno studiato e trovato la loro strada lavorativa. «Parliamo di ragazzi che si sono subito integrati e ben inseriti nella realtà locale - prosegue Markovic -. Non credo abbiano intenzione di tornare verso il proprio Paese d’origine: vedono Trieste come la città di appartenenza, dove costruire un futuro, lavorare e creare una famiglia. I nuovi immigrati invece trovano un impatto diverso, l’ integrazione alle volte è complessa, in più per loro probabilmente in molti casi Trieste non è la destinazione finale ma una tappa. Il compito della Consulta comunque - aggiunge - è favorire e promuovere in qualsiasi caso un’integrazione socio-culturale per tutti, e anche di accogliere richieste e necessità che vengono formulate e segnalate. Di recente ad esempio abbiamo avviato un progetto che aiuterà i giovani studenti a entrare nel mondo del lavoro, insieme ad alcuni mediatori, per favorire l’inserimento dei ragazzi che possono riscontrare difficoltà legate alla lingua».

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Nel dettaglio sul fronte dei residenti stranieri a Trieste, i primi dieci posti nel 2018 sono occupati da: Serbia, Romania, Kosovo, Croazia, Repubblica Popolare Cinese, Pakistan, Afghanistan, Ucraina, Albania e Bosnia ed Erzegovina. Rispetto agli anni precedenti nella lista delle prime venti, figurano anche gli iracheni, 359, mentre dal 2016 al 2018 sono raddoppiati i pakistani, da 396 a 797. —


 

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