In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Guerra aperta tra La Cantada e Serpentade Marini viene condannato per diffamazione

Pena di 750 euro per i contenuti sulla rivista e sui social. Blasini e Miglia: «Superati i limiti». Lui replica: «Sono io in credito»

2 minuti di lettura



La satira carnascialesca bisiaca rappresenta un riferimento in città, riempie la piazza ed esaurisce i numeri unici gettando uno sguardo ironico sul territorio del monfalconese, caricaturizzando i personaggi di turno nel provocare a stare al gioco dello scherzo. E se come per le maschere consente una boccata di libertà, mettendoci pure il sale di una certa franchezza, il confine per non turbare e offendere le coscienze, soprattutto quando ci si inoltra sul personale, è sottile.

Tanto da trasformare il gioco in una faccenda da Tribunale. È quanto accaduto nell’edizione del Carnevale monfalconese 2017. Quando l’alter ego de “La Cantada”, la “Serpentade” s’è data ben da fare per dedicare un’intera pagina alla Pro loco, corredata di vignetta multipla, non lesinando in battute al vetriolo. Insomma, c’è andata giù pesante, come del resto conferma lo stesso autore Sergio Marini, che, tuttavia, liquida gli effetti provocati con una sorta di scrollata di spalle. Un dente davvero avvelenato per la controparte, il laboratorio satirico de “La Cantada”.

Toni e contenuti che si sono replicati anche su Facebook. Sta di fatto che tra le sapienti fucine delle due riviste satiriche di punta questa volta si sono alzate le trincee.

Guerra aperta, e la “Serpentade” 2017 è entrata nell’aula del giudice delle indagini preliminari, assieme agli attacchi in rete, e ne è uscita con una sentenza di condanna per diffamazione a carico di Marini. L’ordinanza del gip Rossella Miele ha sancito una pena di 750 euro di multa. La notifica è giunta recentemente.

Il gip ha ritenuto «congrua e corretta» la richiesta pecuniaria del pubblico ministero, frutto del calcolo tra attenuanti generiche e delle aggravanti, ossia la continuazione. Fin qui l’ordinanza, nel fare riferimento alla reputazione offesa della Pro loco e dei suoi componenti, in particolare il consigliere direttivo e già presidente Giancarlo Blasini, l’attuale presidente Franco Miglia, nonché la vicepresidente Loredana Barile.

Le ruggini affondano le radici nel passato, rapporti difficili tanto che Marini aveva intrapreso la sua nuova avventura satirica. Certo è che per il Tribunale di Gorizia quanto riportato su la “Serpentade” 2017 e su Fb non è stata semplice satira, i graffi arguti questa volta hanno ferito.

Rancori antichi a parte, il presidente della Pro loco di Monfalcone, Franco Miglia, all’esito della condanna ha preannunciato che sarà valutata un’eventuale richiesta di risarcimento: «È stata fatta giustizia su un fatto increscioso che ci ha visto coinvolti senza alcun motivo – ha osservato –. Ha sempre attaccato (Marini, ndr) la Pro loco e il suo direttivo, e continua a farlo in modo pesante. Noi non abbiamo mai voluto prendere in considerazione il comportamento riservatoci, non abbiamo mai scritto alcunché contro di lui, perciò non comprendiamo il motivo di questo accanimento».

Giancarlo Blasini ha aggiunto: «All’inizio avevamo lasciato stare, alla fine è sempre satira e Carnevale è il re delle battute salaci. Ci sta bene, la critica non viene negata ad alcuno, ma quando si superano i limiti del ragionevole buonsenso, andando oltre e sul personale con offese infondate, beh siamo su tutt’altro piano».

Non si lecca certo le ferite, Marini, che conferma il suo animo battagliero, tanto sicuro da non ritenere neppure di fare ricorso attraverso l’impugnazione della sentenza: «Piuttosto – rimanda il deus ex machina de la “Serpentade” – ad essere in credito sono io, dovrebbero dare a me i soldi».—



I commenti dei lettori