A Romans tutti pazzi per il “gufo” della ex fornace
Avvistato già lo scorso anno, il rapace è tornato nel nido che si trova in una spaccatura della ciminiera in mattoni dopo una lunga assenza

ROMANS Era da un bel po’ di tempo che sua maestà il “gufo”, così almeno viene signorilmente indicato in paese (anche se pare si tratti di un allocco), non si faceva più vedere in località fornace a Romans d’Isonzo.
Se ne sta appollaiato con fare sospettoso, ma al sicuro, quasi schiacciato tra le irraggiungibili spaccature della parte più alta dell’imperioso camino. Il camino innalzato tanti anni fa con vecchi mattoni fatti a mano è l’unico ancora in piedi dei tre originali, ma potrebbe crollare da un momento all’altro dentro il cumulo di ruderi di quel che rimane della vecchia storica fornace di laterizi posizionata a ridosso dell’argine sinistro del torrente Judrio.
Il rapace, oggetto di molta curiosità per quella sua originale posizione, era stato visto e fotografato già lo scorso anno nello stesso punto, in mezzo ai mattoni che forse aveva scelto per costruirsi il nido, poi, improvvisamente, era sparito dalla circolazione, ma non era stato dimenticato. Quanti transitavano davanti al camino, continuavano a dirigere lo sguardo verso quelle fessure, sperando di scorgere ancora la sua inconfondibile testa.
Per la soddisfazione di tanti, “sua maestà” è riapparsa in questi giorni tra le familiari fessure e per riprenderlo e immortalarlo nuovamente ci è voluta tutta la pazienza e le capacità del concittadino Renzo Zamuner, un grande appassionato di fotografia, che dopo lunghi appostamenti, usando un potente teleobiettivo, è riuscito a metterlo a fuoco realizzando una serie di suggestive immagini. Gli scatti mostrano il rapace, come se fosse a pochi metri di distanza. Una figura, quella dell’allocco, di cui molti parlano a Romans e alla quale tante persone si sono affezionate, forse anche perché rappresenta l’unica attrattiva di una storica costruzione industriale, sorta agli inizi del Novecento, che forse meritava d’essere conservata, pensando alle tante famiglie che è riuscita a sfamare. –
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