In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Monfalcone, morta la mamma di 46 anni falciata sulle strisce pedonali

Non si è mai svegliata dal coma. Dopo un mese e mezzo il decesso a Cattinara. Disposta l’autopsia dalla Procura. Il fascicolo ora è aperto per omicidio stradale

2 minuti di lettura

MONFALCONE. Dal sonno profondo in cui era precipitata il giorno dell’investimento su viale Cosulich non s’è mai svegliata. Non sono bastate le preghiere del prete rumeno, vane anche le suppliche del marito Joan, disperato al capezzale. Il cuore generoso di Doina Pintilie, 46 anni, mamma di due figli maschi, Tudor e Alexandro, alla fine si è arreso. Mercoledì notte la donna è spirata all’ospedale di Cattinara, dove lo scorso 23 ottobre, già in coma per il violento trauma subìto nell’impatto con una Volkswagen Touran, era stata elitrasportata. Dal letto della Terapia intensiva era poi passata alla stanza in Medicina d’urgenza. Lì il coniuge di 51 anni, operaio in cantiere, passava a trovarla quasi ogni sera. Le prendeva la mano e Doina ogni tanto la stringeva. Al flebile gesto Joan aveva aggrappato ogni speranza. Ma è in quel reparto che, alla fine, s’è infranta. Dopo una telefonata nel cuore della notte e la corsa all’ospedale.



«Mercoledì verso le 23 mi ha chiamato un dottore per dirmi che mia moglie non si sentiva bene e di venire a Trieste – racconta Joan Pintilie –, quando sono arrivato era già morta. Il suo corpo ormai freddo. Il viso giallo». Si tormenta: «Perché non mi hanno detto prima che stava per andarsene?». È il rimpianto del mancato addio, dell’ultimo bacio alla cara moglie. Che lascia Joan e i figli di 19 e 23 anni, i genitori, due sorelle e tre fratelli in Romania, a Iași. Resta il ricordo di una gita in giornata a Venezia, la domenica prima dell’investimento, le pulizie del lunedì, l’uscita di casa la mattina seguente per andare al Dpiù a fare la spesa: qualcosa di frugale con cui imbastire la cena, una bottiglietta di vino per il marito, ché «lei era praticamente astemia», riferisce lui. Un breve tragitto, però fatale. Alle 11 del maledetto martedì, il duplice investimento di Doina e la cognata Maria, pure trovata incosciente dai soccorritori in viale Cosulich, a ridosso delle strisce pedonali. Alla guida della Volkswagen Touran un 71enne monfalconese, G.C.T.

La Procura di Gorizia, nell’immediatezza del fatti, aveva aperto un fascicolo per lesioni gravissime, titolare il pm Andrea Maltomini. È inevitabile che ora l’ipotesi di reato si aggravi sensibilmente. «Articolo 589 bis», sentenzia infatti il Procuratore capo Massimo Lia. Omicidio stradale. La magistratura ha già disposto di procedere con l’autopsia sul corpo di Doina. Finché l’esame non sarà espletato la donna non potrà essere sepolta.

I funerali comunque, come spiega il marito, si terranno nel paese natale, dopo il rimpatrio della salma. «Possono darmi tutti i soldi del mondo, ma dove la “compro”, io, una moglie come Doina? Una donna bravissima, generosa, lavoratrice. Da 23 anni eravamo sposati...». Le voleva bene. L’incidente, uno choc.

«L’ho saputo solo alle 16.30, quando sono uscito dal cantiere – spiega Joan –. Me l’ha detto il capo: “Vai alla Polizia, in Comune”». Dalla pausa caffè, tra le 10 e le 10.15, quando Doina gli aveva comunicato di uscire con la cognata per andare a far la spesa, non l’aveva più sentita. «Dove lavoravo non c’era segnale», chiarisce. «Io pranzavo a Panzano e lei era già in Terapia intensiva», racconta con un groppo in gola.

In quel periodo Doina Pintilie si trovava a Monfalcone da una settimana. Aveva lasciato Iași per venire a trovare il marito, che da 11 anni lavora regolarmente in Italia. Dopo qualche giorno sarebbe ripartita. Nel suo paese faceva la mamma, accudiva i figli, lavorava la terra di un piccolo podere. «Una moglie bravissima. In tutt’Italia e in tutta la Romania io una donna così non la trovo». Le ultime parole di Joan Pintilie, prima di chiudere la conversazione.

I commenti dei lettori