Delitto di Ramon Polentarutti, Garimberti a processo in Assise
Il 53enne accusato di omicidio volontario, distruzione e soppressione di cadavere. Si sono costituite parti civili le quattro sorelle e la figlia maggiore della vittima

MONFALCONE Roberto Garimberti, 53 anni, è stato rinviato a giudizio in relazione alla morte del 40enne Ramon Polentarutti. Le ipotesi di accusa sono quelle di omicidio volontario, distruzione e soppressione di cadavere. Lo ha stabilito il gip Carlo Isidoro Colombo, durante l’udienza preliminare, martedì, al Tribunale di Gorizia. Era il 14 aprile 2011 quando Polentarutti era scomparso. Il 2 novembre 2012 erano state rinvenute parti di ossa nel canale Valentinis, identificate grazie al Dna della madre. Ora ci sarà il processo davanti alla Corte d’Assise di Trieste.

Il gip, nel disporre il rinvio a giudizio del 53enne, ha fissato la data della prima udienza al prossimo 3 aprile, a titolo orientativo. In sede di udienza preliminare si sono costituite parti civili le quattro sorelle della vittima, Maria Consuelo, Silva, Lorena e Tatiana, nonché la figlia maggiore di Ramon, Angie, tutte rappresentate dall’avvocato Ilaria Celledoni, che sosteneva anche la madre Sonia Piapan, prima del decesso. Quali parti offese rientrano inoltre la compagna e la figlia minore del 40enne, sostenute dall’avvocato Alessandro Franco. Il legale ne ha preannunciato la costituzione di parte civile alla prima udienza davanti alla Corte d’Assise triestina.

Sette, dunque, le parti offese, i congiunti del quarantenne che chiedono la verità su quanto accaduto, l’accertamento dei fatti e delle effettive responsabilità per poter avere una risposta definitiva, nel nome e nel ricordo di Ramon.

L’altro ieri, in udienza, erano presenti le sorelle Maria Consuelo e Tatiana, affiancate dal legale Celledoni. Non hanno mai smesso di aver fiducia nella giustizia, per rispetto del profondo dolore e affetto nei confronti del congiunto. Garimberti dovrà affrontare il dibattimento, nessuna richiesta quindi di rito abbreviato da parte del legale difensore, avvocato Federico Cechet.
Un caso complesso, caratterizzato da innumerevoli fasi inquirenti, passando peraltro da un pubblico ministero all’altro. Lo stesso Garimberti era stato già indagato nel 2013 per distruzione e soppressione di cadavere. Era poi intervenuta la dichiarazione di chiusura delle indagini. Nel 2015 la Procura aveva aperto un nuovo fascicolo, allora contro ignoti, per il solo reato di omicidio. All’esito degli ulteriori accertamenti e verifiche, i due fascicoli erano stati unificati. E lo scorso agosto i pubblici ministeri titolari Laura Collini e Andrea Maltomini, hanno presentato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Garimberti contestando tutte le accuse includendo pertanto all’omicidio volontario, la distruzione e soppressione di cadavere.

La Procura ha tirato le fila nel sostenere anche l’aggravante a carico del 53enne di essersi sottratto alla responsabilità del delitto. Secondo la pubblica accusa, la morte di Polentarutti viene collocata tra il 9 e il 19 aprile 2011, il tempo intercorso tra la denuncia di scomparsa presentata dalla compagna e dalla madre di Ramon e la dichiarazione ufficiale. Il monfalconese sarebbe morto a causa di una frattura alla base cranica o attraverso modalità non determinabili. Nel giardino dell’abitazione di via Carducci, dove l’uomo assieme alla compagna e alla loro figlia era stato ospitato in affitto da Garimberti, sono stati rinvenuti nove frammenti di ossa che la Procura ritiene appartenenti alla vittima. In merito alla distruzione e soppressione di cadavere, si fa riferimento all’uso di almeno due strumenti da taglio, un coltello e una sega.

Ossa, dunque, sezionate e bruciate, recuperate il 3 giugno 2013 dal cortile di via Carducci. Non erano mancati ulteriori sopralluoghi inquirenti, anche a sondare il canale Valentinis. A questo punto spetterà al processo in Corte d’Assise far luce sulla vicenda.—
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