Monfalcone, caporalato bis nell’appalto navale: la Fiom ammessa quale parte civile
Il gup Mangiante ha rinviato la decisione per i lavoratori. Contestate l’associazione a delinquere e l’estorsione

TRIESTE Ammessa la Fiom Cgil come parte civile nel procedimento preliminare in relazione al “caporalato” nell’ambito dell’appalto in Fincantieri. È il secondo filone d’inchiesta riconducibile alla famiglia Comentale, dopo il processo che aveva coinvolto la famiglia Commentale per il quale il Tribunale di Gorizia aveva disposto sette condanne. In questo procedimento sono 12 gli indagati, quattro società coinvolte, all’epoca operanti nell’appalto Fincantieri, dove gli operai venivano impiegati con mansioni di arpionatura e coibentazione a bordo nave.
I fatti risalgono al 2013. Le ipotesi di accusa sono quelle di estorsione, nonché di associazione a delinquere e illeciti di carattere amministrativo. Nel procedimento rientra anche l’ipotesi di accusa di truffa ai danni dell’Inps e dell’allora Provincia di Gorizia.
Un procedimento caratterizzato da continui aggiornamenti, la ricerca delle parti lese, lavoratori per lo più bengalesi. A distanza di cinque anni dai fatti contestati, era marzo 2013, il secondo filone era stato interrotto a causa del trasferimento del pubblico ministero titolare, poi affidato al magistrato Laura Collini. La prima udienza davanti al gup era avvenuta lo scorso ottobre.
Parti offese, dunque, i lavoratori bengalesi per i quali il giudice Flavia Mangiante s’è riservata l’ammissione circa la costituzione di parte civile. Lo scorso 8 novembre, al Tribunale di Gorizia, il gup ha infatti ammesso solo la Fiom Cgil. La costituzione del sindacato riguarda i reati di associazione a delinquere e di estorsione. Il procedimento a questo punto vede presenti i lavoratori interessati, in attesa quindi di potersi costituire parte civile.
L’ultima udienza è stata contrassegnata da un forte confronto tra difesa, pubblica accusa e i legali di parte civile.
Con le difese a eccepire su tutti i fronti, sia circa la costituzione di parte civile della Fiom Cgil, sia in ordine ad una serie di lavoratori.
È stata, ad esempio, sostenuta la non appartenenza alla sigla sindacale di alcuni operai, come pure invece l’opportunità di ammettere quali parti civili l’operaio aderente al sindacato e la Fiom Cgil. Una sorta di “duplicazione” di rappresentatività, con la presenza nel procedimento di rappresentante e rappresentato. Altra questione intervenute transazioni extragiudiziali. Non solo. Durante l’udienza, il pubblico ministero ha integrato il capo di imputazione con ulteriori nominativi, parti lese. Un’integrazione che ha sollevato l’opposizione compatta delle difese, che hanno richiesto il rinvio degli atti in Procura, al fine di ulteriori indagini. Il gup Mangiante, tuttavia, non ha accolto le istanze.
L’avvocato Manuela Tortora, che rappresenta la Fiom Cgil, ha osservato: «L’ammissione del sindacato quale parte civile rappresenta il riconoscimento del ruolo e della tutela della legalità propri di un sindacato, nella fattispecie di questo procedimento la Cgil, impegnata in questi anni sul fenomeno circa le dinamiche nell’ambito dell’appalto che hanno coinvolto i lavoratori».
Il legale, che assieme alla collega Sara Carisi, sostiene anche i lavoratori, hanno quindi affermato: «L’integrazione dei nuovi nominativi nell’elenco delle parti lese riguarda lavoratori già rientranti nella fase delle indagini all’epoca dei fatti contestati, che avevano pertanto presentato la relativa denuncia, o erano stati sentiti dagli inquirenti nell’ambito della raccolta delle sommarie informazioni testimoniali».—
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