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La Slovenia torna alle urne per eleggere 212 nuovi sindaci

Aperto il dibattito politico: porre un limite ai mandati per evitare eletti “a vita”. Ben 21 primi cittadini in carica dal 1998. A Lubiana favorito l’uscente Janković

Mauro Manzin
2 minuti di lettura

LUBIANA Oggi la Slovenia si reca nuovamente alle urne per il voto amministrativo con il quale eleggere 212 sindaci. Le elezioni non avranno ripercussioni sul governo nazionale e si caratterizzano per la presentazione di moltissime liste locali. Tra i partiti tradizionali la gara sarà tra i socialdemocratici e il Partito democratico (Sds) di Janez Janša, attualmente all’opposizione. Queste ultime due formazioni politiche sono le uniche in Slovenia che possono contare su un forte radicamento sul territorio.

Ma proprio alla viglia del voto si è aperta una discussione politica relativamente alla legge elettorale relativa agli enti locali (la Slovenia non ha regioni). E più precisamente ci si sta chiedendo da più parti se non sarebbe il caso di porre un limite (per ora inesistente) ai mandati per la carica di sindaco. Se in dieci anni, infatti,i volti e i partiti a livello del governo nazionale cambiano e di molto, a livello locale in Slovenia si assiste invece al fenomeno dei sindaci baroni. Su 212 primi cittadini, infatti, ben 21 sono gli stessi da quando è stata avviata la riforma degli enti locali, ossia dal 1998. Vent’anni in carica permettono di tessere tele politiche, sociali ed economiche di non poco conto trasformando i sindaci in veri e propri detentori di un potere secolare quasi ad mortem. E molti di questi sono candidati anche quest’anno per altri quattro anni di mandato.

Eppure il docente di politologia alla Facoltà di sociologia dell’Università di Lubiana, Miro Haček sostiene sul Dnevnik che porre un limite di mandati «non sarebbe una buona idea». Una delle ragioni è, secondo il docente, che in molte comunità trovano grande difficoltà a trovare due candidati alla carica di primo cittadino, prova ne è, secondo il professor Haček che in questa tornata elettorale ben 36 sindaci sono già eletti prima del voto essendo gli unci candidati alla carica. Chi invece spinge nella direzione opposta e chiede la limitazione a due mandati consecutivi è la destra di Janez Janša (Sds). Contrarie anche fonti del ministero degli Affari pubblici dove fanno notare che in Europa solamente l’Italia, la Svizzera e il Portogallo (qui il limite è fissato a 12 anni) hanno pensato di fissare dei paletti ai mandati dei sindaci.

Su un altro pianola agenzia Transaprency International Slovenija fa notare come nei bilanci dei comuni gli investimenti lievitino in modo sostanziale proprio per l’anno elettorale. Un fenomeno rilevato perla capitale Lubiana, per Maribor, Capodistria, Celje e Kranj. Insomma, tutto il mondo è in qualche modo paese. Per quest’anno il surplus di investimenti è pari a 420 milioni. «Un bene - lo definisce il segretario generale di Transparency International Slovenija Vid Tomić - in quanto così si creano nuovi posti di lavoro e si contribuisce alla crescita del Pil».

Per quanto riguarda le previsioni, nella capitale Lubiana i sondaggi fanno pensare a una rielezione già al primo turno per il primo cittadino uscente Zoran Janković. Stesso “destino” sembra riservato anche per quello di Capodistria Boris Popović per il quale andare al ballottaggio sarebbe una sorta di sconfitta politica. Per la seconda città slovena, ossia Maribor, si delinea, invece, il ballottaggio tra il sindaco uscente Andrej Fištravec e l’industriale Saša Arsenovič. —


 

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