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Trieste, raccolta dei rifiuti “tradita”: oltre 260 sanzioni in un anno

L’abbandono e il conferimento errato di spazzatura nel mirino della polizia locale. Il vicesindaco Polidori: «Pesano le quantità portate da residenti di comuni vicini»

2 minuti di lettura

TRIESTE Furgoni che scaricano mobili davanti all’isola ecologica, gente che si libera di sacchi neri senza buttarli dentro ai bidoni scatenando nuvole di gabbiani, gente che abbandona pure le stufe elettriche.

Sono esempi delle violazioni al regolamento sui rifiuti che la polizia locale di Trieste ha fronteggiato nell’ultimo anno. Non sono certo crimini contro l’umanità, ma il loro impatto combinato un peso sull’ambiente ce l’ha. E pure sulle tasche dei triestini, che pagano attraverso le tasse tutta la filiera dello smaltimento dei rifiuti.

I dati aggiornati a metà ottobre parlano di 169 sanzioni per violazioni disciplinate all’articolo 16 del regolamento sulla gestione dei rifiuti (errato conferimento dei rifiuti) e 95 sanzioni per articolo 23, ovvero abbandono di rifiuti.

La polizia locale di Trieste fa sapere che le sanzioni sono sia frutto di intercettazioni casuali che di operazioni appositamente predisposte. «Può capitare che gli agenti si accorgano di un’infrazione mentre sorvegliano la città, ma molto spesso operiamo in seguito a segnalazioni», fa sapere il comando dei vigili. Per questo motivo gli agenti della pl arrivano a condurre anche degli appostamenti pur di cogliere con le mani nel sacco (della spazzatura) i furbetti.

Commenta il vicesindaco Paolo Polidori, che tra le sue deleghe ha proprio quella alla polizia locale: «I nuovi dati sono in linea con quelli dei mesi scorsi. Si tratta di una delle tante e importanti attività dei nostri agenti».

Uno dei problemi principali, spiega ancora il numero due della giunta Dipiazza, è l’importazione di rifiuti da fuori comune. «Il conferimento di spazzatura da fuori Trieste aveva e continua ad avere un peso considerevole - afferma Polidori -. Resta infatti il discorso della differenziata a Muggia, che tanti continuano a trovare difficoltosa e quindi aspettano di arrivare a Trieste per usare i cassonetti».

Un atteggiamento che costituisce una violazione delle regole del proprio Comune e va a pesare sulle tasche dei cittadini di Trieste: «Come amministratore di questa città, pur essendo solidale con chi si trova in difficoltà, devo fare l’interesse dei miei concittadini. L’imposta sui rifiuti va infatti suddivisa sul numero di abitanti, e un aumento della quantità di rifiuti si riflette inevitabilmente sulla cifra che i triestini dovranno pagare l’anno prossimo». Conclude il vicesindaco: «Anche le telecamere, come quella di via Carbonara, danno un contributo notevole. Passo spesso di là e vedo sempre meno conferimenti inappropriati fuori dal centro di raccolta. Nel complesso la nostra polizia locale sta conducendo un’ottima attività a salvaguardia, in primis, dell’ambiente».

Nei mesi scorsi i vigili hanno reso noti diversi interventi di questo genere. C’era, ad esempio, un furgone che scaricava rifiuti ingombranti (principalmente mobili) davanti a un’isola ecologica. Grazie a una segnalazione avvenuta via Rete i vigili urbani sono riusciti a identificare il responsabile e a coglierlo sul fatto: per lui una sanzione da 600 euro.

In giugno erano state fatte invece sette multe a persone che lasciavano i sacchi della spazzatura fuori dal bidone in piazza Sant’Antonio, di cui stormi di gabbiani facevano poi strame. Solo alcuni esempi del lavoro che i guardiani dei “bottini”, per dirla in triestino, devono fare quotidianamente.

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