Togliere l’appendice previene il Parkinson
Nella rubrica di oggi Mauro Giacca parte dagli studi sul legame fra una delle operazioni più comuni e la malattia degenerativa

TRIESTE Se non fosse pubblicata in una delle riviste scientifiche più prestigiose (Science Translational Medicine), firmata da un solido gruppo di ricercatori (quattro team da Svezia e Stati Uniti) e basata sull’analisi di oltre 1, 6 milioni di individui, questa ricerca farebbe pensare all’ennesima fake news. E invece sembra essere proprio così: la rimozione dell’appendice protegge dall’insorgenza del Parkinson.
La sorprendente conclusione deriva dall’analisi due grandi database di persone in Svezia, uno dei quali iniziato già nel 1964. Gli individui che avevano avuto un’appendicectomia da giovani avevano una probabilità di circa il 20% più bassa di sviluppare il morbo di Parkinson dopo i 65 anni.
Il Parkinson è dovuto alla perdita di un tipo specifico di neuroni nel cervello, quelli che usano il neurotrasmettitore dopamina. Tremori e lentezza nei movimenti sono le caratteristiche salienti della malattia, che colpisce circa l’1% della popolazione. Guardando al microscopio i neuroni dei pazienti, in passato ci si era accorti che questi presentano degli agglomerati di una proteina, l’alfa-sinucleina. Quale sia il significato di questi agglomerati è ancora oggetto di discussione ma questi indiscutibilmente rappresentano una delle caratteristiche salienti della malattia. Secondo il nuovo studio, l’origine di questi aggregati sarebbe proprio l’appendice. La struttura vermiforme dell’intestino che prima pensavamo non avesse alcuna utilità e poi abbiamo scoperto giocare un ruolo nella difesa dalle infezioni intestinali, con gli anni inizierebbe ad albergare queste forme alterate dell’alfa-sinucleina.
Con il passare del tempo, queste si propagherebbero al cervello attraverso il nervo vago, che controlla le funzioni degli organi nel torace e nell’addome. Già si sapeva che chi aveva avuto un intervento di vagotomia – la rescissione del nervo vago che si usava un tempo per curare l’ulcera allo stomaco – era protetto dal Parkinson. Secondo il nuovo studio, la rimozione dell’appendice avrebbe ancora più effetto in chi vive nelle zone rurali (fino al 25% di protezione) perché qui il rischio del Parkison risulta aumentato rispetto alle città, probabilmente a causa della maggiore esposizione ai pesticidi.
Se la notizia fosse confermata, sarebbe un cambiamento radicale del nostro pensare al Parkinson ma anche alle altre malattie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer e le altre demenze: anziché avere origine autonoma nel cervello, queste potrebbero dipendere da eventi che si sviluppano in altri organi. È ancora presto per correre dal chirurgo e farsi rimuovere l’appendice, ma certamente lo scenario ora sembra radicalmente cambiato. –
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
I commenti dei lettori