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In città per cercare una donna poi la morte in quella cantina

Tanti interrogativi sul decesso del triestino Theo Cossutta, rinvenuto cadavere dal proprietario di una villetta che non conosceva

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GRADISCA

È una donna la persona che Theo Cossutta, il 36enne di Santa Croce trovato senza vita nello scantinato di una villetta di Gradisca d’Isonzo, ha cercato senza successo prima di sparire misteriosamente nella notte di domenica. È quanto emerso nelle ultime ore sulla tragica fine dell’uomo, ritrovato morto mercoledì sera, a tre giorni di distanza e nella stessa zona del suo ultimo avvistamento. Sul giallo che ieri ha sconvolto la cittadina isontina c’è il massimo riserbo da parte delle forze dell’ordine, che per 72 ore hanno cercato di ricostruire i movimenti di Cossutta.

Le ultime persone ad averlo visto in vita sarebbero stati alcuni vicini di casa della donna, che vive in un complesso residenziale di via Aquileia. Ai carabinieri della Compagnia di Gradisca hanno dichiarato di avere notato il 36enne mentre si allontanava per dirigersi verso la propria automobile, dopo avere suonato senza successo al campanello della donna. Da quel momento Cossutta per tre giorni è stato un fantasma che le forze di polizia hanno cercato ovunque. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato invece a pochi metri, nello scantinato di un’abitazione vicina a quella della donna con cui voleva incontrarsi. Come se, dopo avere deciso di andarsene, avesse avuto un ripensamento. E avesse deciso di aspettarla ad ogni costo, trovando riparo – forse per le condizioni meteo – in quello scantinato a lui sconosciuto, al quale ha avuto accesso da un garage il cui basculante era rimasto aperto.

Cosa sia successo lì dentro, potrà stabilirlo solamente l’esame autoptico disposto dal magistrato per le prossime 48 ore. Il corpo non presentava segni esterni evidenti di violenza o di autolesionismo. Nessuna ipotesi dunque al momento è esclusa, neppure il malore. È certo che gli inquirenti anche ieri hanno ribadito come non esista alcun legame di conoscenza fra Cossutta e il proprietario dello scantinato di via Aquileia. È stato lui a ritrovare il cadavere dell’uomo e dare l’allarme: il residente di via Aquileia viene comprensibilmente descritto come «profondamente sconvolto» dal ritrovamento. Il triestino Cossutta era titolare di un’omonima ditta edile. Risiedeva a Trieste con la famiglia. In gioventù aveva fatto parte della polisportiva e ricreativa Mladina di Santa Croce. Tante le persone isontine a conoscere Cossutta, che hanno reagito sgomenti alla notizia: «In tanti anni, a Gradisca non lo avevamo mai visto. Ci si incrociava piuttosto dalle sue parti». Il secondo pensiero: «Che ci faceva qui»? Una domanda cui tentano di rispondere gli inquirenti. —



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