TRIESTE Dopo l’Anpi e la Cgil, anche gli insegnanti e gli studenti delle scuole triestine lanciano il loro appello per bloccare il corteo dei neofascisti di CasaPound previsto per sabato 3 novembre in città.
Liceo scientifico France Prešeren, Istituto Giosuè Carducci – Dante Alighieri, Liceo delle scienze umane Anton Martin Slomšek, Istituto professionale per l’industria e l’artigianato Jozef Stefan e Istituto tecnico Žiga Zois chiedono in una lunga lettera «che le autorità locali intervengano e proibiscano tale manifestazione».
«Nessuna delle autorità a cui abbiamo spedito l’appello lo scorso venerdì – il prefetto Porzio, il sindaco Dipiazza e il governatore Fedriga – ci ha risposto. Una mancata reazione che mi lascia molto delusa», racconta la professoressa Daria Betocchi, insegnante del Prešeren e referente dell’iniziativa.
A dire la verità, nemmeno le scuole che hanno deciso di partecipare sono molte (solo 5), tanto che Betocchi parla di adesione «deludente». «Ma non intendo polemizzare con gli altri», chiarisce subito la docente. «Dopo aver scritto l’appello con gli insegnanti della mia scuola, ho contattato gli altri istituti superiori di Trieste. Ho mandato mail e telefonato alle segreterie, non direttamente ai presidi. Magari, nella trasmissione, qualche comunicazione si è persa per strada. E poi abbiamo deciso di renderlo pubblico lo stesso, visto che la manifestazione si avvicina e non potevamo aspettare oltre».
«Sul tema, noi come scuola abbiamo deciso di aderire ad un altro appello, quello lanciato dai capi religiosi qualche settimana fa», spiega la dirigente del Liceo Petrarca Cesira Militello. «Chiedere di proibire una manifestazione di una forza che è comunque riconosciuta costituzionalmente – altrimenti il prefetto non l’avrebbe autorizzata – non ci è sembrato giusto. Nonostante CasaPound sia una forza che non rappresenta i valori del nostro liceo, abbiamo deciso di assumere una posizione diversa». Qualche perplessità, dunque, per quel passaggio esplicito nella lettera che fa riferimento alla richiesta di vietare il corteo.
Un appello, quello partito dal Prešeren, approvato nei vari collegi docenti delle altre scuole e dai consigli di istituto, quindi dagli studenti. Con una sola eccezione, quella del Carducci-Dante dove l’adesione, a causa dei tempi stretti, è stata votata, ad ampia maggioranza, dai soli docenti.
«Crediamo che non a caso CasaPound abbia scelto proprio Trieste, città dove il fascismo mostrò sin dai suoi albori il suo lato più nazionalista e razzista. Chiediamo all’attuale amministrazione comunale se tutto questo non le sembri piuttosto “forte”», si legge nella lettera-appello.
«A scuola non si studiano esclusivamente i contenuti dei programmi ministeriali, ma si apprende l’importanza del rispetto delle istituzioni, si impara a essere cittadini migliori e si fanno propri i valori fondamentali per il progresso dell’umanità, quali la pace, l’uguaglianza, la tolleranza, l’accoglienza. Tutto ciò è quanto di più lontano possa esserci da un movimento politico che si ispira al fascismo», continuano i promotori. «Spostare la manifestazione dal centro cittadino a una zona periferica della città non risolve il problema. Per queste ragioni chiediamo che le autorità locali intervengano e proibiscano tale manifestazione. Come insegna il paradosso di Karl Popper, non si deve essere tolleranti con chi è intollerante: no quindi a chi predica il razzismo e la violenza contro chi è diverso mirando a riportare Trieste al periodo più buio della sua storia». —