Trieste: aggressioni, insulti e violenze psicologiche. A processo un uomo accusato di aver picchiato per anni la moglie
La donna ora è riuscita a ribellarsi e a chiedere aiuto

TRIESTE Anni di ingiurie, violenza fisica e psicologica. Anni di inferno e maltrattamenti. Anni di non vita. È un dramma incancellabile quello vissuto da una donna residente a Trieste - di cui non sveleremo l’identità per proteggerla -, finita nelle braccia del marito sbagliato.
L’uomo oggi siede sul banco degli imputati. Con giudizio immediato - senza quindi passare per l’udienza preliminare poiché la prova del reato è apparsa evidente - deve rispondere davanti al giudice di reati pesantissimi: percosse, ingiurie e minacce reiterate nel tempo. Fatti questi su cui pende l’aggravante, proprio perché l’uomo li ha commessi ai danni della coniuge.
Il marito, che in questo momento si trova in stato di arresto, è protagonista di un procedimento iniziato proprio in questi giorni al Tribunale di Trieste. La causa scatenante riguarda uno degli ultimi episodi di percosse che la moglie ha subìto pochi mesi fa. La scorsa primavera la donna era infatti stata picchiata per l’ennesima volta riportando un trauma toracico e altre lesioni che avevano fatto scattare una di diversi giorni.
Era finita all’ospedale di Cattinara, accompagnata dalle operatrici del Goap, il centro antiviolenza cui la vittima si era rivolta già in precedenza, dopo aver trovato la forza di chiedere aiuto. Il medico che la riceve capisce subito la situazione. La fa accomodare nella stanza che viene riservata proprio ha chi è vittima di violenze domestiche. Ed è proprio il dottore a prendere in mano la situazione e a trasmettere il fascicolo alla polizia per una denuncia d’ufficio. Si muovono infatti subito Procura e forze dell’ordine.
Al compagno viene comunicato l’ordine cautelare di allontanamento e il divieto di avvicinamento alla vittima. Restrizioni che però l’uomo non rispetta, presentandosi vicino alla casa della donna. Una violazione al decreto di allontanamento che fa scattare per lui conseguenze pesanti: di lì a poco, infatti, l’uomo viene arrestato. Prima resta in cella al Coroneo, poi viene trasferito agli arresti domiciliari, ottenendo il permesso di uscire solo per andare a lavorare.
La giustizia ora sta facendo il suo corso. Resta però ancora la paura in quella donna che ha avuto dopo tutto questo la forza di rialzarsi. Oggi è riuscita a trovare la forza per cercare e trovare un nuovo lavoro, dopo essere stata obbligata a rispettare per anni gli ordini di un marito-padrone.
Ce l’ha fatta proprio grazie alla giustizia e alla rete di sostegno che l’ha aiutata a reagire. Quella stessa rete che le ha consentito di trovare l’appoggio nei medici, nelle forze dell’ordine e nella magistratura, che hanno deciso di andare a fondo a questa tragica vicenda del capitolo “violenze domestiche”. Una piaga che, in Italia, continua a mietere vittime: le violenza sulle donne è ancora tragicamente diffusa.
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