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Rinasce la passeggiata di campagna Prandi con vigilanza notturna

Il ripristino del collegamento era atteso da quarant’anni E Dipiazza pensa a via San Michele a senso unico in discesa

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Il percorso pedonale di campagna Prandi inaugurato ieri potrebbe essere un tassello che si inserisce nella riqualificazione di via San Michele che, in tempi non troppo lontani, potrebbe diventare a senso unico verso le Rive. Lo ha annunciato il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, che insieme all’assessore ai Lavori pubblici, Elisa Lodi, ha battezzato con una passeggiata il “rinato” collegamento tra il giardino di via San Michele e San Giusto atteso da 40 anni.

L’assessore Lodi ha ricordato che «si tratta di un intervento molto positivo, che va a valorizzare la zona migliorandone la vivibilità, a tutto beneficio di cittadini e turisti». Il sindaco ha invece sottolineato «la necessità di proseguire e favorire ancora interventi e opere di manutenzione e recupero, per offrire spazi sempre più adeguati e fruibili».

Il primo cittadino ha anche ventilato l’ipotesi di prevedere il senso unico di marcia in discesa su via San Michele per alleggerire il traffico veicolare nella zona. Una scelta che sarà adeguatamente ponderata vista l’importanza dell’arteria stradale.

Il cantiere di campagna Prandi è stato inserito nel piano “Pisus” con una spesa di 110 mila euro e ha visto la pulizia del sottobosco, la parziale bonifica del sito e l’apertura del percorso, mediante scavi e riporti nel terreno esistente, sulla traccia di quello storico tra il giardino di via San Michele e via Tor San Lorenzo. Ai due accessi sono stati installati dei cancelli visto che sarà aperto in inverno dalle 8 alle 18.15 e in estate dalle 8.15 alle 20.15, mentre la notte è previsto un servizio di vigilanza.

La prima ipotesi di riqualificazione del percorso pedonale risaliva al 2010 con l’intervento dell’allora consigliere comunale del Pdl, Lorenzo Giorgi. Il primo progetto, poi, all’assessore ai Lavori pubblici della giunta Cosolini, Andrea Dapretto.

I lavori sono stati monitorati dalla Soprintendenza per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia, visto che nel corso dell’intervento sono stati recuperati dei manufatti di epoca romana. A eseguire l’opera la ditta “Tekno Green” di Melito di Napoli: l’avvio il 30 dicembre del 2016 mentre nel settembre dello scorso anno era stata bloccata per consentire il recupero archeologico. —



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