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Il progetto “Abitare possibile” per persone non autosufficienti

Ambiente medio/piccolo in zona centrale, privo di barriere architettoniche Si trova al piano superiore del Centro diurno Crepaz

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Un’alternativa alle strutture residenziali, una nuova forma di domiciliarità che consentirà alle persone con disabilità cognitiva, e che per ragioni di età non possono più fruire dei servizi territoriali per adulti disabili, di sperimentare una forma di abitare possibile. L’Azienda pubblica di servizi alla persona Pro Senectute ha avuto il via libera dalla Direzione centrale Salute della Regione per avviare il progetto “Abitare possibile in Casa Caratti”.

«Rispetto a progetti simili – spiega il direttore della Pro Senectute, Deborah Marizza – l’ambiente residenziale è a carattere familiare di medio/piccole dimensioni, in zona centrale, privo di barriere architettoniche e da poco riqualificato. Trovandosi al piano superiore del Centro diurno Crepaz e del Maffei si inserisce in un contesto già ricco di relazioni consolidate anche decennali. Si tratta di un’iniziativa innovativa, la prima a Trieste ed in regione e per questo è molto importante. Le persone che faranno parte del progetto – rileva Marizza – avranno un programma personalizzato creato in equipe con l’abitante e le figure di riferimento, con lo scopo di creare relazioni negli ambienti».

Gli interessati che vorranno partecipare al progetto potranno rivolgersi direttamente alla Pro Senectute, dovranno essere persone in età over 65 ed in condizioni di non autosufficienza, oppure in una condizione psico-fisica assimilabile a quella geriatrica, o in alternativa portatori di una disabilità di tipo cognitivo e/o relazionale e che siano usciti dal circuito dei servizi al compimento dei 65 anni. Fanno parte del progetto il Comune di Trieste, l’AsuiTs, la Cooperativa Amico e l’Associazione “Amici della Pro Senectute”. —

A.P.

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