BELGRADO Doveva essere, negli auspici dell’Ue, un passo essenziale per «intensificare» gli sforzi verso un futuro accordo di pacificazione. E magari per discutere di temi caldissimi, tra cui un possibile scambio di territori. È stato l’ennesimo flop, forse uno dei più difficili da riparare. Il flop è quello registrato ieri a Bruxelles, dove era in programma un nuovo incontro nell’ambito del dialogo facilitato dall’Ue, tra il presidente serbo Aleksandar Vučić e l’omologo kosovaro Hashim Thaci. Ma il faccia a faccia tra i due leader balcanici, assieme all’Alto rappresentante Federica Mogherini, è miseramente saltato a causa del gran rifiuto del leader serbo. A rivelarlo è stato Marko Djurić, numero uno dell’Ufficio governativo per il Kosovo, che ha accusato Pristina di aver diffuso «menzogne» e «minacce» per far saltare il banco prima del vertice.
Un riferimento, questo, in particolare alle parole pronunciate dal presidente del Parlamento kosovaro, Kadri Veseli, che aveva anticipato che Vučić – atteso oggi e domani in visita tra i serbi del Kosovo, dove potrebbe esporre possibili soluzioni al "nodo" – potrebbe non ricevere il via libera all’ingresso. «Abbiamo dato l’ok, ma potrebbe essere revocato», aveva anticipato Veseli. Ok solo parziale, secondo quanto emerso ieri, dato che Pristina avrebbe negato il permesso a Vučić di recarsi al lago artificiale di Gazivoda, una delle infrastrutture-chiave in Kosovo. Ma Belgrado teme anche attacchi al presidente, con Pristina che vorrebbe usare «i metodi più barbari e brutali» contro Vučić, ha suggerito il ministro degli Interni Stefanović, che ieri ha anche avvalorato le voci su una interruzione delle comunicazioni tra Belgrado, «la Kps», la polizia kosovara e «la Kfor», la missione Nato, decisione presa «dal presidente». Ma la visita di oggi si terrà, ha annunciato in serata in diretta sulle maggiori Tv nazionali lo stesso Vučić. Aggiungendo che «andrò» per prima cosa «a Gazivoda».
E il dialogo Serbia-Kosovo? Il dialogo, malgrado «le difficoltà» segnalate da Mogherini, riprenderà «alla fine del mese», è la speranza espressa dall’Ue. Sempre che, forse già oggi, la situazione non si riscaldi irreparabilmente. —
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