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Bustarella sulla scrivania, “comunale” indagato per un giro di mazzette

Sotto inchiesta un dipendente che si occupava di concessioni edilizie. Blitz della polizia giudiziaria. Sequestrato l’ufficio. Pc e documenti al setaccio

2 minuti di lettura

TRIESTE Un giro di mazzette sottobanco per favorire pratiche amministrative e autorizzazioni. Il caso esplode in Comune di Trieste negli uffici che gestiscono le concessioni edilizie nel palazzo di passo Costanzi. Un dipendente è indagato. La sua stanza è stata sequestrata. Gli agenti stanno controllando computer e documenti.

La vicenda, su cui si sta muovendo la Procura, ha preso le mosse alcuni mesi fa con il ritrovamento di una busta anonima piena di soldi appoggiata su una scrivania. Non si sa a quanto ammonti la cifra. Da quanto risulta non si parla di somme particolarmente ingenti, ma comunque indicative di un certo modus operandi. Paghi e ottieni.

Le banconote c’erano, eccome. La segnalazione alle forze dell’ordine e all’autorità giudiziaria, va detto, è scattata immediatamente non appena è emersa la vicenda. E stato lo stesso Comune a denunciare i fatti, riferendo della busta alle forze di polizia.

Ma cosa ci faceva quel denaro in bella mostra su una scrivania? Da dove arrivava e a quali tasche era destinato? E per oliare cosa? Un giallo.

Non è nemmeno chiaro, in questa prima parte dell’istruttoria, se la bustarella sia spuntata direttamente dal tavolo del dipendente; o, piuttosto, se sia stata pescata da un cassetto, magari da un collega che era a conoscenza di ciò che avveniva in quegli uffici. E che quindi voleva farla trovare.

Gli accertamenti sono in corso: l’inchiesta non è affatto conclusa. Se ne sta occupando la polizia Locale.

Un’indagine serrata, coordinata dalla Procura e culminata più recentemente con la decisione di togliere il dipendente dal servizio in cui era incardinato per spostarlo ad altre attività. Il motivo? Si teme un inquinamento delle prove. O che la persona possa continuare ad autorizzare concessioni incassando soldi. L’indagato, in attesa di un punto fermo sugli accertamenti investigativi, in queste settimane è pienamente operativo in Comune, sebbene con altri compiti. Le accuse a suo carico devono infatti essere dimostrate. E per il momento non c’è motivo, sul piano giudiziario, per avviare provvedimenti di carattere professionale, oltre che penale.

L’ufficio in cui è comparsa la mazzetta alcuni giorni fa è stato però sequestrato e passato ai raggi x. Gli agenti della municipale stanno setacciando computer e documenti per tentare di scoprire tutto il marcio che potrebbe celarsi dietro alle pratiche. La stanza è sotto chiave. L’uomo sarebbe stato perquisito anche nella propria abitazione. Qualcosa sarebbe già emerso: anche perché gli inquirenti hanno individuato la provenienza dei soldi. L’indagato, già interrogato, avrebbe tentato di fornire spiegazioni sulla vicenda. Analogamente a chi gli passava le bustarelle. Spiegazioni che non avrebbero convinto gli investigatori. I dubbi sull’origine e sull’utilità di quella somma, permangono.

Il caso è rimasto sotto stretto riserbo in tutti questi mesi. E dal Comune, sia sul fronte amministrativo che politico, non trapela nulla. Ma negli uffici di passo Costanzi qualcuno ha notato alcune stanze curiosamente chiuse. E pure il trasferimento del collega. —
 

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