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Assenteisti nella sede regionale di Gorizia, licenziati in quattro

La Procura accusa otto dipendenti di truffa e peculato: metà cacciati, metà sospesi da due a quattro mesi. Attesi i ricorsi

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(ansa)

GORIZIA Nessuno sconto. Anzi, l’applicazione del massimo provvedimento disciplinare, il licenziamento. I vertici amministrativi della Regione hanno stabilito di punire così quattro “furbetti del cartellino”, sotto inchiesta da parte della Procura di Gorizia dopo essere stati pizzicati a timbrare e lasciare il lavoro. Per andare a fare la spesa, a pranzo tra le bancarelle di Gusti di Frontiera, a scommettere sulle corse dei cavalli. Tutto rigorosamente durante l’orario di lavoro. Per altri quattro, invece, è scattata la sospensione dal lavoro, da due a quattro mesi. I provvedimenti sono già stati applicati.

Il direttore generale della Regione, Franco Milan, ha deciso dopo aver esaminato le prove messe a disposizione della Procura e aver ascoltato uno per uno gli otto dipendenti, impegnati nella sede di Gorizia. Gli inquirenti accusano gli otto di truffa ai danni dell’ente, falsa attestazione e – in tre casi – di peculato. A essere “pizzicati” sono stati Rita Bosco, Alessandro Cecchinato, Diana Cuttini, Luigi Gellini, Daniele Gianosi, Roberto Mastino, Roberto Tomat e Placido Scandura. Hanno perso il loro posto di lavoro in Regione Cuttini, Gianosi, Mastino e Tomat. Gli altri quattro, invece, sono stati sospesi. Con ogni probabilità i dipendenti faranno ricorso davanti al giudice del lavoro. —

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