Kosovo, l'Ue dà l'ok alla revoca dei visti
Dalla Commissione il primo sì. Avramopoulos: "Prstina ha soddisfatto i requisiti". Ma ora la palla passa a Parlamento e Consiglio
Stefano Giantin
BELGRADO Una importantissima luce verde che spiana la strada all’abolizione dei visti per i cittadini del Kosovo, gli unici rimasti in Europa ad aver bisogno di un “lasciapassare” per viaggiare nell’Ue. È quella che ha acceso ieri a Bruxelles il commissario agli Affari interni dell’Unione, Dimitris Avramopoulos, che ha annunciato che il Kosovo ha «soddisfatto tutti i requisiti» posti dall’Ue negli anni scorsi per arrivare alla liberalizzazione dei visti. «Non era facile e dobbiamo congratularci con il presidente» Thaci e con «il governo» di Pristina «per tutto quanto hanno fatto».
Un riferimento, quello del commissario Ue, agli ultimi due scogli superati da Pristina, in testa «l’accordo di demarcazione» con il Montenegro ratificato a marzo malgrado le violente opposizioni in Parlamento. E «la lotta al crimine organizzato e alla corruzione», che ha fatto progressi, ha assicurato Avramopoulos.
Per questo – oltre che per tutti gli altri criteri soddisfatti dal 2012 - «chiedo al Parlamento Ue e al Consiglio di adottare rapidamente la nostra proposta di cancellare l’obbligo dei visti per i cittadini del Kosovo». E quando anche gli ultimi due sì arriveranno, sarà un «momento importante» per Pristina «e per tutti i Balcani», che saranno “visa free”, ha chiosato Avramopoulos, avvisando al contempo Thaci di vigilare affinché non ci siano in futuro «abusi» della libera circolazione da parte dei kosovari.
Gli ultimi via libera dovrebbero arrivare entro fine anno, è l’auspicio di Pristina, quando anche Europarlamento e soprattutto il Consiglio Ue dei ministri degli Interni accoglieranno la raccomandazione di abolizione dei visti della Commissione presentata già a maggio 2016, ma “congelata” fino a ieri. Vann o superate solo le ultime ritrosie di alcune capitali europee, fra cui Berlino e Parigi.
Ma le battaglie in questo senso si combatteranno in autunno. Ieri per Pristina – dove di recente era salita la tensione per i ritardi nell’iter di abolizione dei visti, con minacce di interruzione del dialogo Serbia-Kosovo, proseguito peraltro anche ieri senza risultati – è stato un giorno di felicità, un «momento storico», ha assicurato Thaci: «È la notizia più positiva degli ultimi decenni per i cittadini kosovari», ha detto affermando che si sta «abbattendo l’ultimo muro di isolamento» in Europa.
«Lentamente, ma con passi concreti, ci stiamo avvicinando alla grande famiglia europea», ha fatto eco il ministro degli Esteri, Pacolli. E l’avvicinamento potrebbe essere più rapido delle attese. «Mi auguro che gli Stati membri e l’Europarlamento decidano rapidamente», è l’auspicio del commissario Ue all’Allargamento, Johannes Hahn. E di due milioni di kosovari, i giovani in testa, che da troppo tempo sognano di viaggiare in Europa come i loro coetanei balcanici e non.
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