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Assistenza a misura di anziano Progetto transfrontaliero al via

L’azienda sanitaria locale in rete con le omologhe di Alto Veneto e Carinzia per la cura post-ospedaliera senza particolari spostamenti

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Parte da Trieste un innovativo progetto transfrontaliero di assistenza post-ospedaliera dedicato in particolare agli anziani, affinché possano essere seguiti senza doversi spostare da un luogo a un altro. Ieri l’Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste (AsuiTs) ha presentato infatti “Healthnet”, ambizioso progetto interregionale e transfrontaliero indirizzato proprio alla continuità assistenziale post-dimissioni. Il piano di lavoro, che si protrarrà per un anno e mezzo circa, si propone, attraverso una serie di attività di analisi comparata, formazione e sperimentazione, di «sviluppare strategie di intervento innovative in ambito sociosanitario per la definizione di modelli organizzativi condivisi». Tre i partner: la Direzione centrale Salute della Regione, la veneta Azienda Ulss1 Dolomiti e l’Ufficio 5 della Regione Carinzia.

L’AsuiTs abbraccia dunque la parola “sinergia” e la fa sua come filosofia per raggiungere, anche attraverso l’ausilio di soluzioni tecnologiche innovative, l’obbiettivo generale di presa in carico integrata di persone assistite dopo il congedo ospedaliero. Il punto di partenza è costituito da precedenti progetti sia locali (“SmartCare”) che di cooperazione europea, con l’intento di stabilire per l’appunto una collaborazione istituzionale in grado poi di creare modelli organizzativi replicabili e sostenibili in ambito sociosanitario. Il progetto - è stato spiegato ieri alla presentazione - ha come riferimenti strategici i distretti sanitari, «e intende mettere in atto azioni volte al miglioramento della qualità delle terapie e dell’assistenza per le persone in diversi ambienti di cura», come «domicilio, residenzialità integrata e Rsa», attraverso un coordinamento quanto più stretto tra i diversi operatori.

Saranno coinvolte più dicento persone affette da pluripatologie e appartenenti alla fascia d’ età dei 75-80 anni. «Il progetto è un’opportunità perché consente alla nostra azienda di implementare le tecnologie che già usiamo con una tecnologia innovativa, che è quella informatica e che permette di gestire le persone in modo remoto, senza che si spostino», ha osservato Ofelia Altomare, referente del programma e direttrice del Distretto sanitario numero 3. «Con la tecnologia innovativa – ha continuato Altomare – riteniamo che la presa in carico delle persone diventi più efficace ed efficiente: i professionisti parlano e si consultano evitando che gli assistiti girino fra vari luoghi. E permettendo loro, anzi, di restare nel proprio contesto di vita». I finanziamenti per tale sperimentazione ammontano a un milione e centomila euro circa. —



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