TRIESTE La strada è stretta, ci passano a filo due auto. Siamo a Prebenico, piccolissima località carsica che fa parte del Comune di San Dorligo della Valle, in provincia di Trieste. È uno dei confini che divide l’Italia dalla Repubblica slovena e che rientra nei punti individuati fra quelli «di possibile maggiore ingresso e transito del flusso migratorio irregolare dai Balcani», spiega il governatore leghista del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. Proprio in questi punti è stato rafforzato da ieri il presidio delle forze dell’ordine. All’ombra delle fronde degli alberi, ci sono fermi al guado gli agenti di polizia di Trieste, coadiuvati da una cinquantina di colleghi di Padova e Firenze. È partita così l’operazione organizzata da Prefettura e Questura, su spinta di Fedriga stesso in accordo con il ministro dell’Interno Matteo Salvini. I due leader leghisti si sono incontrati dopo Pontida. La manovra avviene nel più grande silenzio e nel massimo riserbo della Questura.
L’intento, dicono fonti accreditate, è quello di intercettare i profughi già fuori dall’Italia o su questo confine orientale per riammetterli in Slovenia. La Questura esclude che l’operazione incida sullo scorrimento del traffico. E c’è un motivo: le auto – che non per forza appartengono alla scuderia bianco blu – si concentrano soprattutto su confini minuscoli e abbandonati per intercettare passeur e migranti che arrivano attraversando i boschi. Se non è possibile, camminano sulla strada. Le divise girano con pistola d’ordinanza, niente di più, niente di meno. Nelle auto, per l’equipaggio, come al solito, è presente un’arma lunga, un mitra. I confini orientali tornano così a essere il punto caldo di questi mesi. E Fedriga canta vittoria. Si dichiara «molto soddisfatto per l’avvio dei controlli straordinari in prossimità degli ex valichi» grazie «al proficuo dialogo instaurato con il ministro dell’Interno Salvini, gli ottimi rapporti con la Slovenia e il prezioso quanto puntuale contributo di tutte le forze dell’ordine coinvolte». E conclude: «Se, come dice il governo austriaco, si deve arrivare all’eliminazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, si deve lavorare pure allo smantellamento dell’attuale modello di accoglienza». —