Punta Barene e Quarantia una storia secolare
STARANZANO. La nascita della darsena di Punta Barene sul canale Quarantia si inquadra nell’ambito di un territorio costiero con una storia che parte dall’inizio del secolo scorso piuttosto...

STARANZANO. La nascita della darsena di Punta Barene sul canale Quarantia si inquadra nell’ambito di un territorio costiero con una storia che parte dall’inizio del secolo scorso piuttosto travagliata per la presenza dei “casoni”.
Come precisa Vittorio Spanghero - rifacendosi alle ricerche di Renato Cosma e Renato Duca - il nome Quarantia deriva dal veneto “Corentia”. In questo ambito si inserisce anche la “diga con i portelloni” tra lo Sdobba e Quarantia: venne realizzata nel 1935 ed era uno scolmatore delle piene dell’Isonzo. Quando il livello raggiungeva una certa quota si alzavano le saracinesche e liberavano l’acqua per farla scorrere più velocemente verso il mare. Nel corso degli anni questa pratica venne abbandonata anche perché sembra che defluisse assieme all’acqua anche la sabbia trascinata dal fiume verso la costa monfalconese. Il canale Quarantia, inoltre, dal lato opposto del mare si allunga verso il canale Brancolo costruito nel 1923 in uno specchio praticamente chiuso soprannominato “Brancolo morto”, un ramo che non permette il ricambio dell’acqua.
Ed è proprio in questo ambiente che c’erano difficoltà a costruire nuovi attracchi. Prima perché all’inizio degli anni Ottanta gran parte del territorio era diventato Riserva regionale della Foce Isonzo, poi perché si erano verificati una serie di abusi lungo il Brancolo Morto e Quarantia con la costruzione di attracchi, pontili e “cavane” senza le necessarie autorizzazioni. Nell’era del sindaco Giorgio Nogherotto, venne proposto il Pcs della Regione (Piano di conservazione e sviluppo), una sorta di Piano regolatore della costa nel quale rivendica la paternità iniziale della nuova darsena. «In quegli anni – spiega l’ex sindaco Nogherotto – assieme all’ex assessore all’Urbanistica Mauro Regolin ci siamo impegnati a far inserire nel piano regionale “attracchi legali” sul canale Quarantia, dopo l’abbattimento dei “casoni” ritenuti costruzioni abusive». —
CI. VI. .
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