Golpe delle commissioni in Consiglio comunale: presidente depotenziato dalla “sua” maggioranza
Pronta una delibera che toglie a Gabrielli il potere di veto sulle convocazioni. A firmarla tutti i capigruppo del centrodestra in Consiglio e non gli “avversari”

TRIESTE Un piccolo golpe del centrodestra contro il suo stesso presidente del Consiglio comunale, Marco Gabrielli. Si può definire così la delibera, firmata da tutti i capigruppo di maggioranza, che approderà in aula alla prossima seduta: il testo modifica il regolamento dell’assemblea, eliminando la possibilità di veto del presidente sulla convocazione delle commissioni. Non si tratta di una novità di poco conto: il numero di commissioni convocate influisce in misura consistente sul totale dei gettoni percepiti dai consiglieri. Basti pensare che ogni commissione costa in media 1.200 euro, e che lo scorso anno si è sfiorata una spesa di 5 mila euro a settimana per le riunioni.
La severità con cui Gabrielli (Lista Dipiazza) ha gestito il suo potere di veto in questi due anni di attività, negando il via libera a sedute ritenute superflue o inconsistenti, ha stizzito più di qualche presidente di commissione. Il testo è sottoscritto dai capigruppo di maggioranza: la firma è stata richiesta anche all’opposizione, che però non ha accettato di sostenere l’iniziativa. La delibera interviene modificando la parte del regolamento consigliare che stabilisce che le commissioni debbano essere fissate «in accordo» con il presidente del Consiglio. Così, invece, spetterà ai singoli presidenti di commissione l’onore e l’onere delle convocazioni.
Commenta il capogruppo di Forza Italia Piero Camber: «Il presidente Gabrielli è molto rigido, anche perché teme possibili conseguenze da parte della Corte dei conti. In questo modo la responsabilità anche giuridica peserà solo sui presidenti di commissione». Inoltre, aggiunge Camber, presto le commissioni potrebbero perdere il loro ruolo di “integrazione” del reddito dei consiglieri: «Il Consiglio regionale dovrebbe approvare a breve la possibilità per i Comuni di mutare il gettone in un’indennità fissa. Se Trieste farà propria la modifica in tempi brevi, le commissioni “discutibili” non saranno più un problema».
Tra i colleghi di partito di Gabrielli ci sono pure dei presidenti di commissione: Roberto Cason e Francesco Panteca. Commenta Cason: «Per me è più che altro questione di snellire le procedure. La macchina comunale è lentissima, e se si deve convocare con urgenza questo sistema può diventare un problema. Basta un presidente solo per decidere in autonomia». Così invece Panteca: «È una cosa di cui abbiamo parlato con lo stesso Gabrielli, che diverse volte si è trovato in difficoltà. Ci siamo quindi accordati per una soluzione di questo tipo».
Dà una lettura diversa il capogruppo del Movimento 5 Stelle Paolo Menis: «Sostanzialmente è una sfiducia a Gabrielli. Con questa delibera gli dicono che possono convocare le commissioni quando vogliono loro. Gli autori della delibera la spacciano come una semplificazione burocratica, ma il fatto è che Gabrielli in molte occasioni ha negato il consenso per commissioni inutili. Proprio per questo – conclude Menis – ho chiesto ufficialmente di sapere quante volte è stato negato il via libera». La palla passa ora all’aula.
I commenti dei lettori