Forza Italia tenta il rilancio in Fvg: non invitati gli “anti Savino”
I berlusconiani si radunano in Friuli dopo i risultati deludenti e le tensioni interne. Assenti i critici tranne Ziberna che insiste sulle dimissioni della coordinatrice

TRIESTE Forza Italia cerca di riannodare i fili dopo l’insoddisfacente risultato delle elezioni politiche e regionali, accompagnato dalla mancata indicazione di Riccardo Riccardi alla guida del centrodestra Fvg e dal terremoto seguito alla scomunica della coordinatrice Sandra Savino nei confronti di Ettore Romoli, mentre il presidente del Consiglio regionale stava morendo all’ospedale. Un episodio che ha lacerato un partito già in difficoltà e che si è concluso con l’impegno assunto da Silvio Berlusconi di rimuovere Savino dall’incarico, sebbene la decisione non sia ancora stata presa e molti azzurri la considerino ormai rimandata all’autunno.

Un primo tentativo di ripartenza è fissato stasera a Pasian di Prato, dove il sindaco Andrea Pozzo, il coordinamento provinciale di Udine e il movimento giovanile friulano hanno organizzato l’incontro “Noi, Forza Italia” per avviare il ragionamento sul futuro di un partito oggi subalterno alla Lega per quanto riguarda gli equilibri nel centrodestra. Un futuro che tuttavia dovrà passare per la ricucitura delle relazioni interne: difficile infatti dire chi si presenterà a un’iniziativa partita dal basso e non dal coordinamento regionale, ma che con quest’ultimo pare schierata, visto che a Pasian di Prato non sono stati invitati gli elementi schierati contro Savino.
Non invitati sono ad esempio Fabio Marchetti e Nicola Locatelli, sindaci rispettivamente di Codroipo e Camino al Tagliamento: riccardiani di ferro, in rotta però con la coordinatrice.

Nessuna chiamata anche per il deputato goriziano Guido Pettarini, unico dei parlamentari a non firmare la lettera di sostegno a Savino inviata a Berlusconi. Niente invito anche per Stefano Balloch, sindaco di Cividale, dato da più parti come possibile successore alla guida del partito.
Presenzierà invece il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, intenzionato a esserci per dire che il partito non è di una parte sola: «Dopo due tornate elettorali c’è necessità di fare il punto. Sono stato invitato e vado perché non è un incontro di corrente, ma di tutta Forza Italia». Dopo la richiesta di dimissioni per Savino, Ziberna dice comunque che non tornerà sull’argomento: «Deve farlo il presidente Berlusconi, che nomina i coordinatori. Il presidente ha già annunciato che cambierà la leadership regionale e non gli corriamo dietro col fucile. Sono soddisfatto di questo impegno: quando dovrà accadere, accadrà».

Che Forza Italia abbia bisogno di un bel po’ di cerotti lo dicono peraltro la recente defezione dell’ormai ex camberiano triestino Everest Bertoli, passato armi e bagagli alla Lega, nonché le frizioni che si stanno registrando tra gli azzurri del vicino Veneto. È di pochi giorni fa l’uscita con cui l’assessore regionale forzista, Elena Donazzan, e il consigliere regionale Massimo Giorgetti hanno chiesto le dimissioni dell’attuale commissario del partito regionale, a causa dei risultati elettorali negativi, dell’uscita di numerosi dirigenti, dei dissidi interni alla coalizione alle ultime comunali e di una certa voglia di Lega.
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