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Rivive col Volta l’ala vuota della Duca D’Aosta

Il progetto di un gruppo di studenti candida parte della caserma a museo della Seconda guerra mondiale

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Un’ala dismessa di una caserma della polizia di Stato candidata a trasformarsi in un museo dedicato alla Seconda guerra mondiale, per un progetto innovativo, per Trieste, che si avvale della collaborazione tra Scuola allievi Vincenzo Raiola, Confartigianato e Istituto tecnico Volta, quest’ultimo in campo attraverso la formula dell’alternanza-lavoro, con la 5A della sezione “Costruzioni, Ambiente e Territorio”.

Una decina di studenti maturandi e una squadra di supporto di quattro docenti sono dunque alle prese con un’ipotesi, suggestiva, di riqualificazione di due piani abbandonati della caserma Duca D’Aosta di via Damiano Chiesa, teatro negli anni ’40 di insediamento straniero, prima delle forze tedesche e poi di quelle titine: una sorta di museo sepolto e abbandonato di documenti e memorie che parlano di svolte sociali e politiche della Trieste dello scorso secolo. Un patrimonio a cui gli studenti del Volta stanno provando appunto a ridare vita e dignità storica, portando intanto a termine un progetto di riqualificazione concertato con il comandante della Scuola allievi della polizia Marco Bonato, con il supporto tecnico della Confartigianato Trieste.

Un percorso, questo, che parla di mesi di valutazioni, stime e misure, condensate in prospetti attuati anche in versione 3D e che “disegnano” come detto due piani (più una parte esterna, corredata di accesso per disabili) e altrettanti ambienti ristrutturabili secondo le norme tecniche vigenti ma tenendo conto dello spirito museale e dei temi della rievocazione storica, anche in chiave simbolica, vedi il corridoio strutturato con un selciato di pietra carsica, ricavato dai teatri naturali del conflitto.

La squadra di novelli progettisti è formata da Daniele De Giorgi, Matteo Dovier, Manuel Ferluga, Andrea Ferraris, Luca Furlan, Cristiano Galimberti, Daniel Markovic, Mattia Pecchiar, Andrea Urban e Paolo Piccini, con tutor i docenti Giorgio Pisani, Alessandro Sorina, Maurizio Dambrosi e Paolo Marsi. Insomma, prove tecniche di professione, con attività sganciate dagli ambienti scolastici, vissute sul campo, a contatto con un cantiere ideale e al tempo stesso realizzabile. A proposito di realizzazione: per concretizzare il progetto e renderlo fruibile nella sua veste museale, servono ora i fondi utili (leggi sponsor) con stime che oscillano dai 120 ai 200 mila euro.

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