Una mano di vernice ha oscurato a metà il cartello dell’Isonzo
Scomparsa la parte finale che riporta: “ai popoli d’Europa» Cosolo (Anpi): «Atto politico». In serata ripristinata la scritta

SAN CANZIAN D’ISONZO. Ignoti hanno “oscurato” una parte del cartello che all’imbocco del ponte di Pieris è stato dedicato dal Comune di San Canzian d’Isonzo poco più di un anno fa all’«Isonzo fiume sacro ai popoli d’Europa».
A scomparire, sotto una mano di vernice nera, sono stati proprio questi ultimi.
In serata la scritta era già stata ripristinata.
L’Isonzo è così diventato, anche sull’altra sponda, in territorio di Fiumicello, solo “fiume sacro”. L’Associazione nazionale partigiani di San Canzian d’Isonzo, cui l’atto vandalico è stato segnalato dall’ex consigliere di minoranza Viviana Businelli, si è subito attivata con il Comune per ripristinare la scritta originaria.
Secondo Sergio Cosolo dell’Anpi sancanzianese, ed ex assessore comunale ai gemellaggi, l’atto è grave, ha una matrice politica di destra ed è stato non a caso messo a segno a ridosso delle elezioni regionali. Sulla scia di fatti analoghi accaduti lo scorso anno nel territorio comunale prima delle elezioni comunali (i danneggiamenti al monumento ai caduti della Resistenza a Begliano). Lo scorso anno, a giugno, fu modificato invece il cartello con la stessa dicitura posizionato dal Comune di Gradisca, che con San Canzian d’Isonzo, Fiumicello e Sagrado ha scelto una dicitura diversa rispetto a quella di Gorizia per ricordare, a chi transita lungo i ponti che connettono le due sponde, il sangue versato da centinaia di migliaia di soldati, dell’esercito italiano e austroungarico nel primo conflitto. Nella prima ipotesi, il Comune di Sagrado aveva sposato la versione “Isonzo fiume sacro alla Patria”, proposta dal cavaliere Antonio Boscolo a nome della Croce rossa italiana e dell’Unci (Unione nazionale cavalieri italiani) e adottata a Gorizia.
L’amministrazione di San Canzian ha però sollecitato le altre tre amministrazioni, tutte governate dal centrosinistra, a una riflessione sulla scritta da apporre sui cartelli, perché «fosse occasione per ricordare tutte le vittime dei due conflitti mondiali, provenienti in sostanza da buona parte dei Paesi europei».
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