Montenegro, Djukanovic vince le presidenziali al primo turno
I risultati preliminari danno al 54% il leader filo-occidentale ed europeista, al potere da quasi tre decenni

BELGRADO In Montenegro, dopo lo spoglio del 97% delle schede elettorali, si conferma la vittoria al primo turno nelle presidenziali di Milo Djukanovic, leader del Partito democratico dei socialisti (Dps) al governo, al quale è andato il 54,1% dei voti, rispetto al 33,2% ottenuto dal suo principale sfidante Mladen Bojanic, appoggiato da una larga parte dell'opposizione. Come ha riferito la commissione elettorale, al terzo posto con l'8,2% delle preferenze figura Draginja Vuksanovic, socialdemocratica, prima candidata donna in assoluto per una consultazione presidenziale nel Paese balcanico. Percentuali minori hanno ottenuto gli altri quattro candidati in lizza. L'affluenza alle urne è risultata del 63,9%, praticamente analoga a quella registratosi nelle precedenti presidenziali del 2013.
"Interpreto questo risultato come la determinazione del Montenegro di proseguire sulla strada verso il raggiungimento degli standard europei e della piena adesione del Paese alla Ue», ha detto Djukanovic nella tarda serata di ieri nel corso dei festeggiamenti al quartier generale del suo partito a Podgorica. Il Montenegro, ha aggiunto, ha davanti a sè ancora tante sfide, dallo sviluppo economico alla piena occupazione e al superamento delle divisioni interne.
Djukanovic è il politico più potente e popolare del piccolo Paese balcanico, sicuramente il più longevo della sua storia recente essendo in sella da quasi tre decenni. Milo Djukanovic (56 anni) divenne infatti per la prima volta premier del Montenegro nel 1991 a soli 29 anni. E da allora é rimasto ininterrottamente alla ribalta politica ricoprendo per sei volte la carica di capo del governo e una quella di presidente. Questa sarà la seconda volta come capo dello stato.
Chiedendo la fiducia degli elettori, Djukanovic si era posto come il campione della stabilità e della continuità politica del Paese ex jugoslavo, che ha registrato innegabili progressi negli ultimi tempi. Filo-occidentale, è europeista convinto: con un nuovo mandato quinquennale da presidente, si avvia a diventare uno dei politici più longevi in Europa, con la speranza di poter vedere, oltre all'ingresso del Montenegro nella Nato, anche quello del suo Paese nell'Unione europea.
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