Trieste, diciassettenne pestato in treno dai bulli
Il ragazzo è stato preso a pugni e gli hanno lanciato oggetti: vittima di una coppia di coetanei all’interno di una carrozza. «Preso di mira senza un perché. Mi sono difeso usando uno spray». Le telecamere hanno ripreso gli aggressori

TRIESTE Prima le offese, poi il pestaggio. Se l’è cavata con un occhio gonfio e una cicatrice un diciassettenne triestino aggredito una settimana fa in treno, senza alcuna ragione, da due individui. Forse minori pure loro. Ciò che resta è lo choc per la vicenda, che trova spiegazione soltanto nelle logiche del bullismo e di chi trova piacere a menare le mani. C’è una denuncia, c’è un referto medico, che documentano per filo e per segno cosa è successo in quella carrozza.
Sono circa le sette di sabato scorso, la sera prima di Pasqua. L’adolescente sta rientrando a Trieste dopo una giornata trascorsa fuori città da un amico. In quel momento il convoglio percorre l’ultimo tratto del viaggio. A Monfalcone salgono due ragazzi. Ascoltano musica ad alto volume e parlano facendosi sentire dai presenti. Disturbano, si comportano da maleducati. Quando il treno è a poche centinaia di metri dalla Stazione, il diciassettenne si alza per prendere lo zaino e per prepararsi a scendere. I due cominciano a fissarlo con aria di sfida. Uno si rivolge a lui chiedendogli la destinazione. «Trieste», risponde il giovane. Ma è solo un modo per attaccar briga. Di lì a poco iniziano le offese. «Bravo, bravo, bimbo minchia...». Il triestino non risponde a tono. Si limita a domandare alla coppia di maleducati se quelle parole sono rivolte a lui e a suggerire loro di abbassare il volume per non disturbare i passeggeri. «Che ca... vuoi?», si sente rispondere. «Adesso ti massacriamo di botte...risolviamo fuori dalla Stazione...adesso sei morto, non esci vivo, chiama pure i tuoi amici...tanto a Trieste conosco tanti rumeni. Anzi risolviamo adesso».
Non paghi, decidono di andare a sedersi sui sedili vicini al ragazzo, dall’altro lato del corridoio, lanciandogli tutto ciò che hanno a tiro: gli appoggiatesta, una rivista e una scatola. È in quell’istante che uno dei due si alza all’improvviso e sferra un pugno all’occhio destro del malcapitato provocandogli una ferita. Il ragazzo è frastornato dal colpo, ma deve difendersi perché si accorge che pure l’altro individuo ha intenzione di fargli del male. Il diciassettenne ha però in tasca uno spray anti-aggressione. Lo afferra e lo spruzza nella direzione dei malviventi. Loro indietreggiano ma continuano a urlare e a minacciare. Il giovane cerca di contattare il 112 ma, stando a quanto riferirà il padre, senza esisto. In tutti quei minuti, incalza ancora il genitore, «dov’era il personale di Trenitalia?».
Ma il treno è ormai in Stazione. Sulla banchina ci sono alcuni agenti della polizia ferroviaria che vedono scendere l’adolescente dolorante e con il volto ricoperto di sangue. La coppia di sconosciuti, però, nel frattempo si è già allontanata. La vittima racconta tutto ai poliziotti, compresa la loro descrizione: «Entrambi tra i diciassette e i diciannove anni - annota la vittima nella denuncia -, uno era di corporatura minuta, basso di statura, carnagione chiara. Indossava pantaloni nero attillati, un piumino e un cappellino scuri. L’altro, quello che mi ha preso a pugni - ricorda ancora il diciassettenne -, aveva una corporatura media, capelli castani corti con il gel, carnagione chiara. Indossava jeans e un maglione grigio. Ho avuto l’impressione che entrambi parlassero con accento campano, ma non ne sono sicurissimo».
Alla scena all’interno della carrozza hanno assistito vari passeggeri. Una persona, l’unica che ha tentato di soccorrere l’adolescente e che poi ha allertato le forze dell’ordine, si è resa disponibile a testimoniare a favore della vittima.
I due aggressori sono fuggiti, ma le immagini delle telecamere installate in Stazione li hanno ripresi. Il referto medico del Burlo non lascia spazio a dubbi: il diciassettenne ha una palpebra tumefatta e una ferita. La polizia ferroviaria sta dando la caccia ai due autori del pestaggio. Le indagini sono in corso. Ma con le immagini dei sistemi di videosorveglianza non dovrebbe essere impossibile prenderli.
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