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Un patto per aiutare gli anziani

Lanciato il progetto pilota di prevenzione delle cadute domestiche

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L’Azienda sanitaria di Trieste ha attivato un intervento di ricerca-azione finalizzato a ridurre le cadute domestiche della popolazione anziana e le conseguenti ricadute sul bilancio del sistema ospedaliero. Secondo quanto emerso dallo studio “Passi d’argento” del ministero della Salute del 2016, nel comune di Trieste in un anno si sono verificate 13 mila cadute in casa tra gli over 64, con conseguenti 600 fratture del femore e una spesa di 9 milioni solo per i relativi interventi nelle sale operatorie (escludendo i costi di trasporto e riabilitazione). L’accordo di collaborazione per il “Progetto pilota di prevenzione del rischio di cadute da incidente domestico negli anziani” è stato firmato ieri dal direttore generale dell’AsuiTs, Adriano Marcolongo, e dal presidente dell’associazione “Le Buone Pratiche” onlus, Bruno Zvech. “Otago” è il nome del metodo adottato, già riconosciuto a livello internazionale e basato sull’assistenza a domicilio: un programma di esercizi fisici personalizzati svolto da un gruppo di fisioterapisti dell’AsuiTs, che porta al miglioramento delle performance motorie nelle fasce di popolazione degli over 65 per prevenire le cadute, e un servizio di call center a cura di operatori qualificati, che fornirà un monitoraggio e un supporto motivazionale attraverso contatto telefonico periodico e costante. Il programma è finanziato dalla onlus “Le Buone Pratiche”, grazie al contributo di 60 mila euro da una realtà lussemburghese e di altri 10 mila dalla Cassa di Risparmio di Trieste.

Da lunedì prossimo, si avvierà una prima fase di formazione dei fisioterapisti e, contemporaneamente, il reclutamento dei soggetti, quindi dopo circa un paio di mesi si procederà alla fase operativa degli interventi a domicilio. In via sperimentale, il programma avrà la durata di un anno e coinvolgerà 180 persone selezionate tra le fasce più bisognose della popolazione, ovvero gli anziani che vivono da soli e in situazione di disagio economico, ma verrà successivamente esteso ad una platea più ampia. «Ci si interroga spesso sulla propensione dei giovani alla vita civile – ha dichiarato Bruno Zvech – e oggi li si trova sempre più spesso nel volontariato, perché impiegano il loro tempo in azioni concrete. Vorremmo quindi individuare anche dei giovani che ci aiutino con gli anziani».

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