TRIESTE Descritto a lungo come un castello in aria, ora più che mai il Parco del mare è a un passo dal diventare concreto. Un’importante realtà privata ha manifestato a tutte le istituzioni coinvolte il suo interesse a partecipare al bando per il project financing dell’opera: si tratta della friulana Icop, l’azienda che sta già realizzando la piattaforma logistica del Porto di Trieste. La lettera è di fine gennaio, ma è stata resa nota soltanto ora. E mentre accelerano le procedure burocratiche che dovrebbero sbloccare l’avvio dell’opera (vedi articolo a parte), la Fondazione CRTrieste spinge sulla Camera di commercio per avere un ruolo da protagonista nel futuro del Parco.
È sullo sfondo di questi avvenimenti che si svolge il recente botta e risposta fra Fondazione e Camera di Commercio della Venezia Giulia. In una lettera riservatissima, che nessuno dei due enti ha voluto diffondere, il presidente della Fondazione Massimo Paniccia fa sapere al suo omologo in Cciaa Antonio Paoletti che, se la realizzazione dell’opera dovesse venir fatta direttamente da privati, l’ente bancario non riterrebbe opportuno partecipare per questioni di statuto. In alternativa, e qui c’è il punto pregnante della missiva, la Fondazione sottolinea che una società compartecipata assieme alla Cciaa potrebbe fare bene il ruolo di promotore di un project financing. Si tratta di un passaggio soggetto a diverse possibili interpretazioni. Gli accordi fra Cciaa e Fondazione, infatti, prevedevano che le due realtà acquisissero Trieste Navigando, la società detentrice di Porto Lido (sito designato per l’opera), con un 49% per la prima e un 51% per la seconda. Proprio questo soggetto è quello destinato a fare da stazione appaltante, fa sapere la Camera di commercio.
Lo sottolinea Paoletti: «La Cciaa persegue con coerenza, da 14 anni, l’obiettivo di realizzare un’opera di primario interesse pubblico come il Parco del mare. Perciò ci siamo attivati per corrispondere a quanto richiesto dalla Fondazione CRTrieste, con un continuo e puntuale aggiornamento in incontri tra me e il presidente Paniccia, nel rispetto tempestivo del contratto con la stessa Fondazione sottoscritto per l’acquisizione delle quote azionarie della Trieste Navigando Srl. Ora siamo solo in attesa della formalizzazione del riscontro positivo già manifestato dalle istituzioni coinvolte». Quanto alle modalità di realizzazione, Paoletti dice: «Noi e la Fondazione siamo contrattualmente impegnati per svolgere un ruolo di stazione appaltante ai sensi dell’articolo 153, comma 19, del decreto legge 163 del 2006, come richiesto dalla Fondazione stessa e dagli altri enti, e non un ruolo di promotore di project financing».
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