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Lotta ai furbetti della Tari. Recuperati 600 mila euro

Nel 2018 la tariffa della tassa rifiuti (Tari) sarà leggermente più bassa per le utenze domestiche rispetto al 2017, principalmente grazie a una riduzione dei costi a carico del Comune

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TRIESTE Nel 2018 la tariffa della tassa rifiuti (Tari) sarà leggermente più bassa per le utenze domestiche rispetto al 2017, principalmente grazie a una riduzione dei costi a carico del Comune e alle maggiori entrate previste nel 2018 per la cosiddetta “tassa sul disturbo” e per gli introiti derivanti dalla lotta all’evasione che ha visto recuperare nel 2017 600 mila euro (su un totale di 5-6 milioni, cifra costante negli anni, non versati, una parte quantomeno non entro i termini previsti). È quanto risulta dalla proposta di delibera consiliare sulla Tari, licenziata dalla Seconda commissione e che andrà in Consiglio comunale giovedì 22 marzo, in una seduta che prevede anche la discussione sul Pef (Piano economico finanziario) e sul Regolamento delle entrate.

«Di fatto il Comune nel 2018 chiederà meno tasse sui rifiuti rispetto al 2017. La differenza complessiva in diminuzione dei costi dell’ente, pari a 68 milioni di euro, ha contribuito a far scendere la tassa a carico delle utenze domestiche – spiega Roberto Cason, presidente della II commissione, competente in materia di bilancio e tributi – mentre sulle utenze non domestiche (bar, ristoranti, uffici) assistiamo, per il 2018, a meri aggiustamenti di qualche centesimo a metro quadrato, derivanti da diversi fattori, tra cui il normale adeguamento Istat».

Dalla tariffa rifiuti si prevede per il 2018 un incasso totale di 21 milioni 225 mila euro dalle utenze domestiche e di 13 milioni 198 mila euro dalle utenze non domestiche, per un totale di oltre 34 milioni. Rispetto al 2017 il Comune incamererà 68 mila euro di meno dalla Tari. Questo alla luce di una riduzione dei costi (personale e spese per i servizi), ma anche grazie alle entrate ricavate dalla lotta all’evasione, che si stima porterà a un recupero per il 2017 di circa 600 mila euro. «Per lo scorso anno è stato emanato un migliaio di avvisi di accertamento definitivi – spiega il funzionario Donatella Di Candia –. Ogni anno a fronte di circa 34 milioni totali di tassa sui rifiuti sono circa 5-6 milioni i denari che il Comune non riesce a incassare in prima battuta. Di queste mancate entrate si riesce a recuperare un po’ più del 30%, mentre per il resto della somma (poco meno di 4 milioni, ndr) si deve procedere con la riscossione coattiva». A ciò si sommano il consueto introito di circa 100 mila euro l’anno che arriva dal Miur per le tasse rifiuti a carico degli istituti scolastici e circa 315 mila euro di “tassa del disturbo”, ovvero i benefici che vengono redistribuiti ai cittadini per i rifiuti portati al nostro inceneritore dagli altri comuni. Altro elemento che ha influito è l’incremento di due punti percentuali della raccolta differenziata: dal 39,1% del 2016 al 41,1% del 2017. Ciò porta un alleggerimento dello 0,4% sugli importi da versare.

Nella pratica, provando a fare qualche simulazione (si veda il grafico), come segnalato da Piero Camber (Fi) e Giovanni Barbo (Pd) non vi saranno particolari agevolazioni per i nuclei familiari numerosi, mentre saranno avvantaggiati i possessori di case ad ampia metratura.

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