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Ponte sulla Dragogna a rischio chiusura

Urgenti i lavori di riparazione ma manca l’accordo fra Zagabria e Lubiana, già ai ferri corti per la questione dei confini

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BUIE. È ridotta in condizioni a dir poco pessime, tanto che non se ne esclude la prossima chiusura per una questione di sicurezza, una delle vie di transito più importanti fra Croazia e Slovenia. Si tratta del ponte sul fiume Dragogna, o canale di Sant’Odorico, che segna il confine terrestre in Istria tra i due Paesi. La causa della situazione sta nell’irrisolto contenzioso sui confini marittimi tra Zagabria e Lubiana, che si sta riflettendo anche su questioni di ordine pratico, come appunto in questo caso gli interventi di riatto del ponte. La struttura è collocata nelle vicinanze del valico di Castelvenere, quello più trafficato dei tre esistenti in Istria. Costruito dall’azienda Hidroelektra di Zagabria nel 1969, da allora il ponte non è mai stato sottoposto ad alcun intervento di manutenzione e riparazione. E i conducenti sono oggi costretti a fare manovra per schivare le buche sulla carreggiata. Ma non solo: la sua precarietà è sotto gli occhi delle migliaia e migliaia di turisti che d’estate entrano in Croazia.

Su sollecitazione dell’amministrazione cittadina di Buie, l’autunno scorso a Lubiana si erano riuniti i rappresentanti del ministero sloveno delle Infrastrutture e dell’azienda stradale croata. La parte slovena aveva affermato di aver pronto il progetto di un ponte nuovo lungo 26,3 e largo 12,3 metri, di cui avrebbe finanziato interamente la costruzione. Per i lavori, in base alle leggi slovene, non sarebbe necessaria la licenzia edilizia. Secondo le norme croate invece la licenza è indispensabile; inoltre Zagabria non aveva gradito l’atto di generosità della Slovenia a proposito del pagamento dei costi «in quanto - si era fatto notare - verrebbero tirate in ballo altre questioni». La controproposta di Zagabria era stata quella di dividere i costi a metà, visto che il ponte si trova proprio sulla linea confinaria. La riunione a Lubiana si era conclusa con un nulla di fatto e con la decisione di riaggiornarsi a una nuova riunione, da tenersi a Zagabria a metà novembre. Non se ne è però fatto niente, proprio per l’accendersi della disputa sul confine marittimo nel Golfo di Pirano, e da allora non è stato compiuto alcun passo avanti sulla via di un riatto del ponte, sempre più urgente.

Il contenzioso sta peraltro ostacolando la soluzione di un altro nodo che rende difficile la vita alla popolazione a ridosso del confine. In occasione di abbondanti precipitazioni piovose, i campi coltivati vengono allagati e le colture distrutte perché la parte slovena e quella croata non riescono a trovare un accordo sulla pulizia dei canali lungo il fiume Dragogna. I sindaci di Buie Fabrizio Vizintin, e di Pirano Peter Bossman, hanno già scritto una lettera di sollecitazione ai rispettivi premier Andrej Plenković e Miro Cerar, per la quale si è ancora in attesa della risposta. (p.r.)
 

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