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Si schianta con il kitesurf e muore a Sharm

Renato Doro, 65 anni, è stato tradito da una raffica di vento e sbalzato contro un molo. Indagini della polizia egiziana

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Un colpo di vento improvviso. Una corrente che non gira come pensavi, che ti capovolge e ti porta dove vuole. La manovra che non tiene, nonostante gli anni di esperienza. La raffica che ti trascina violentemente giù. Sono pochi secondi. Fatali.

Renato Doro, sessantacinque anni, è morto sbattendo contro un molo durante un’uscita di kitesurfing. L’incidente si è verificato in Egitto sabato mattina, nella località di Nabq, a una trentina di minuti di distanza da Sharm El Sheik. Ci sarebbe un video che riprende la terribile scena.

L’uomo era nato a Noale, in provincia di Venezia, ma risiedeva a Trieste da decenni. Doro, in pensione da alcuni anni dopo un passato da dipendente nell’impresa edile “Riccesi”, si trovava in vacanza assieme alla moglie Concetta nel villaggio turistico “Oriental resort” da un paio di settimane. Si recava a Nabq, in villeggiatura, da parecchio tempo. Soprattutto per coltivare la propria passione: il kitesurfing.

I testimoni sentiti dalle autorità del posto avrebbero riferito che il sessantacinquenne è stato investito da una forte raffica mentre era in mare. La folata l’ha preso in pieno mentre stava facendo un salto. L’uomo è stato capovolto. La forza del vento ha spinto il triestino contro un muretto del porticciolo. Un impatto violentissimo che gli ha rotto l’osso del collo.

La polizia locale, che ha compiuto gli accertamenti sul caso, sulle prime non ha escluso nessuna ipotesi. Nemmeno quella dell’omicidio. Ma le circostanze del decesso e la dinamica, confermata da chi ha assistito all’episodio, hanno subito escluso questa pista.

Un incidente, dunque, null’altro. «Mio papà faceva questo sport d anni, quindi era molto esperto - ha spiegato la figlia Barbara - ed era anche piuttosto in forma. Non si sarebbe mai recato in acqua se non fosse stato convinto di poter gestire al meglio al situazione in tutta sicurezza. Purtroppo è arrivato quel colpo d’aria imprevisto...».

La salma è stata portata all’ospedale italiano del Cairo. Sarà trasportata in Italia per i funerali, previo nulla osta, nell’arco di tre o quattro giorni.

«Mio padre era un uomo eccezionale - così lo ricorda ancora la figlia Barbara - che si spaccava in quattro per aiutare tutti, viveva la sua vita al massimo. Amava vivere, amava lo sport e amava il kitesurfing, l’attività che più lo coinvolgeva e che l’ha portato via per sempre. Era amato da tutta la famiglia e dai suoi tanti amici, la sua assenza non potrà mai essere colmata. Siamo devastati - aggiunge Barbara al telefono, trattenendo a stento le lacrime - siamo increduli di averlo perso così. Molti mi dicono che lo porteremo nel cuore, ma a me non basta. Io vorrei averlo vicino a me, per dargli un bacio. Per parlare e ridere come facevamo sempre».

Quand’era in vacanza Renato Doro praticava il kitesurfing quasi quotidianamente. Non appena si alzava il vento prendeva l’attrezzatura sportiva, custodita nelle scuola di “kite” del villaggio turistico egiziano, e usciva in mare. Il sessantacinquenne sarebbe dovuto rimanere a Nabq, in villeggiatura, un’altra settimana. Si recava lì praticamente ogni anno.

«Mio papà era davvero un uomo eccezionale, tutti vorrebbero avere un padre così - ripete la figlia Barbara - è stata una tragedia».

In passato Renato non è rimasto coinvolto in alcun incidente significativo. «Sì - riprende la signora Barbara - come può accadere per chi pratica questo sport qualche colpo l’avrà certamente preso ogni tanto, ma senza farsi niente di grave».

Le autorità locali egiziane hanno aperto subito un’inchiesta, estesa a tutto il villaggio in cui era ospitato l’uomo, per accertare con esattezza le circostanze dell’incidente. Renato con ogni probabilità è deceduto sul colpo.

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