ROMA. Oscillerà fra 4,17 e 12,51 euro il prezzo che ogni famiglia dovrà aggiungere quest’anno alla spesa alimentare fatta in supermercati e ipermercati. È scattato il primo gennaio l’utilizzo obbligatorio a pagamento dei sacchetti biodegradabili e compostabili per frutta, verdura, carne e pesce. E a fare la stima su questo ulteriore peso al budget familiare è l’Osservatorio di Assobioplastiche. L’Osservatorio ha compiuto una prima ricognizione nella grande distribuzione, in occasione dell’entrata in vigore della legge 123/2017, il cosiddetto decreto Mezzogiorno, approvato lo scorso agosto, in cui si indica che queste buste non possono essere gratis.
«Queste prime indicazioni di prezzo ci confortano molto – spiega Marco Versari, presidente di Assobioplastiche –, perché testimoniano l’assenza di speculazioni o manovre ai danni del consumatore». Peraltro, i sacchetti «sono utilizzabili per la raccolta della frazione organica dei rifiuti – aggiunge – e quindi almeno la metà del costo sostenuto può essere detratto dalla spesa complessiva».
Sul pagamento di questi sacchetti si è subito aperta la polemica. Per il Codacons è «un nuovo balzello che si abbatterà sulle famiglie italiane, una nuova tassa occulta a carico dei consumatori».
Per Legambiente, invece, «non è corretto parlare di caro-spesa. L’innovazione ha un prezzo, ed è giusto che i bioshopper siano a pagamento, purché sia garantito un costo equo, che si dovrebbe aggirare intorno ai 2-3 centesimi a busta. Così come è giusto prevedere multe salate per i commercianti che non rispettano la vigente normativa».
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