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Il calendario dei Portatori svela i tesori dimenticati

GRADO. La valorizzazione delle vecchie pale e dei quadri della basilica è stato il tema scelto per l’artistico e prezioso (è tirato in numero molto limitato ed è numerato) calendario dei Portatori...

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GRADO. La valorizzazione delle vecchie pale e dei quadri della basilica è stato il tema scelto per l’artistico e prezioso (è tirato in numero molto limitato ed è numerato) calendario dei Portatori della Madonna di Barbana. La presentazione si è celebrata come sempre in occasione della festa per lo scambio degli auguri che si è tenuto nella “caneva” dell’associazione, in pieno centro storico. Un incontro al quale hanno partecipato anche quest’anno una delegazione del Comune, con in testa il sindaco Dario Raugna, e l’arciprete monsignor Michele Centomo. Presenti naturalmente anche i rappresentanti delle altre maggiori associazioni cittadine. A fare gli onori di casa, a illustrare il calendario e a parlare dell’attività dell’associazione è stato il presidente dei Portatori della Madonna Maurizio Tognon.

Ciò che spicca maggiormente nel calendario del 2018 è la riscoperta di tele delle quali se n’era addirittura persa la traccia, poiché da tanti anni mancano dall’essere esposte o che in ogni caso in pochi conoscono e ricordano.

Il lavoro, corredato dalle splendide immagini e dai testi che descrivono opera per opera, sono frutto per la ricerca storica di don Michele Tomasin e per la collaborazione e l’intervento della parrocchia di Virgilio Tognon e di Massimiliano Marocco che ha curato la pubblicazione. Tra le opere pubblicate spicca indubbiamente quella di grandi dimensioni (era piegata in due nella soffitta della sacrestia ed ha bisogno di essere restaurata) con la rappresentazione dell’Ultima Cena di autore ignoto. Nell’angolo in basso a destra si legge: “Opera fatta sotto il governo del R (everendo) P (re) Nicolò / Masè P (aro) co (es) sendo gastaldi S. Matio Minius e Francesco 1637”.

La tela era stata restaurata nel 1883. Inizialmente era stata posta a parete in fondo alla navata destra della basilica di Sant’Eufemia, poi finì nella chiesa di San Rocco e quindi nella soffitta della sacrestia. A completamento della descrizione, don Michele Tomasin scrive che il dipinto è la riproduzione di analoga opera di Pomponio Amalteo.

Oltre all’affresco del catino absidale (è la copertina del calendario), la riproduzione fotografica e la descrizione dei tre pannelli in legno appesi alle pareti dell’abside della basilica (nell’ultima di copertina), i vari mesi dell’anno propongono i cinque pannelli dell’Antependium raffigurante la Pietà (del XVI secolo), nonché le pale di San Biagio, di San Valentino, della Santissima Trinità, della Madonna del Rosario e a della Madonna del Carmelo (si trovano tutte nella chiesa del Sacro Cuore).

Un’altra opera poco nota è la pala di San Giovanni Battista, che è stata recentemente ricollocata a parete nel battistero attiguo alla basilica. Ci sono poi la tela votiva con il miracolo di San Nicolò che si trova in basilica, la pala dell’Addolorata (in una pertinenza della scuola dell’Infanzia parrocchiale), la tela votiva con la carità di San Nicolò e la Pala grande con la Madonna del Carmine di Andrea “Vicentino” del 1617), che sono esposte in basilica. Il calendario crea, dunque, anche una sorta di percorso guidato, illustrato e descritto, che potrà essere utilizzato in una fase successiva anche a favore dei turisti.(an.bo.)

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