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Isonzo, altri 250mila euro anti-alluvioni

Il finanziamento regionale per sfalci regolari, asporto rifiuti e conclusione dell’intervento in borgo Salet. Via anche le baracche

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GRADISCA. Manutenzioni regolari e la fine di un cantiere lungo tre lustri. Ma anche, nel prossimo futuro, una “bonifica” delle aree fluviali dalla presenza di rifiuti e accampamenti di fortuna. È davvero una nuova era a Gradisca per quanto riguarda le politiche di attenzione all’Isonzo, fra interventi di messa in sicurezza e operazioni che la sicurezza – e il decoro – sono finalizzate a ripristinarla. Se in questi giorni agli occhi più attenti non saranno sfuggite le operazioni di sfalcio degli argini (intervento di competenza del Servizio idrico regionale) sia sulla sponda gradiscana sia su quella sagradina, l’amministrazione comunale di Gradisca ha invece messo a segno altri punti nella manutenzione complessiva delle aree fluviali.

Dopo 14 anni di rallentamenti e riprese, è meno lontana la conclusione dei lavori al Salet con gli ultimi interventi di rifinitura sul riassetto idrogeologico della zona, con la ricalibratura della Roggia dei Mulini, a monte, e della cosiddetta “roggetta”, a valle nei borghi del Salet e della Molamatta. Nei mesi scorsi era avvenuta la collocazione di una paratia a valle dell’area interessata, nell’ambito dei lavori concessi in delegazione amministrativa dalla Regione al Comune di Gradisca nel lontano 2003. Avrà il compito di tenere a bada le acque dell’Isonzo che, in caso di violente precipitazioni, allagavano l’abitato con la complicità delle due rogge alle spalle delle case del borgo. Opere collaterali sono anche la creazione di un nuovo ponte d’accesso fra via Gorizia e il Salet, che sarà a due corsie, e la sistemazione di alcuni argini in zona Molamatta, il borgo ai confini fra Gradisca e Farra. Di fatto un lotto aggiuntivo rispetto a quello iniziato addirittura 14 anni fa. Per far scorrere i titoli di coda sulla maxi opera è stato decisivo l’ulteriore contributo della Regione di 250mila euro in aggiunta al primo, storico stanziamento di 800mila euro per un intervento previsto già nel 2003, ma che per diversi anni, dapprima, era stato rimodulato e, successivamente, non si era potuto concretizzare a causa di un’infinita serie di contenziosi tecnici e burocratici. Nel dicembre 2009 la zona del Salet è stata sommersa dall’acqua della roggia dei Mulini e dell’Isonzo e questo evento aveva posto l’accento una volta per tutte sull’urgenza dei lavori. «Uno scenario che a questo punto non dovrebbe ripetersi, in quanto – ha spiegato l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Alessandro Pagotto – oltre all’innalzamento degli argini si è provveduto a una complessa opera di completo riassetto idrogeologico, intervenendo soprattutto sul pericolo del reflusso delle acque». I lavori di messa in sicurezza del Salet “soffocato” dalle acque della Roggia dei Mulini (e della “roggetta”) e dell’Isonzo erano ripresi a inizio 2016. Al fine di garantire una continua manutenzione di argini, canali delle rogge e reticoli idraulici minori, il Comune ha sottoscritto una convenzione con il Consorzio di bonifica pianura Isontina che già garantisce con continuità la programmazione degli sfalci dei corpi arginali. L’accordo prevede la pulizia degli argini di proprietà comunale nel tratto che va dalla Roggia dei Mulini alla passerella per Sdraussina e alla pulizia dell’area retrostante l’ex fabbrica Smeriglio.

Del tutto indipendente, ma organico a dimostrazione delle rinnovate attenzioni per le aree fluviali, è l’operazione di pulizia che Prefettura, Regione e Comune intendono avviare nelle zone fluviali frequentate – se non addirittura vissute – dai richiedenti asilo ospiti (ma non solo, o non più soltanto) del Cara. Via gli accampamenti più o meno provvisori, via i rifiuti. Un’azione radicale, cui dovrà seguire una costante manutenzione dello stato di fatto. È l’obiettivo dichiarato dal neoprefetto di Gorizia, Massimo Marchesiello, e dal sindaco di Gradisca, Linda Tomasinsig. Una cobnvezione tra Regione e Isontina Ambiente sarà ratificata a breve.

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