Croce Rossa in prima linea «Non solo per i migranti»
Il sodalizio al lavoro fra spese da anticipare e gli unici incassi con gli eventi sportivi La presidente Testa: «Al fianco di chi ha bisogno, ogni giorno persone da assistere»
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«La Croce Rossa è molto più di un’ambulanza, e non è solo richiedenti asilo. Siamo ogni giorno innanzitutto al fianco dei cittadini che hanno bisogno». Provando a sintetizzare, per quanto possibile, tutta l’attività del comitato di Gorizia della Croce Rossa Italiana, la presidente Ariella Testa parte da qui. Ovvero da quello che si vede e, forse, si sa di meno dell’impegno quotidiano di tantissimi volontari e volontarie che scelgono di spendere il loro tempo libero in favore del prossimo. Indipendentemente dalla carta d’identità che questo possa esibire.
Certo, sotto gli occhi di tutti, c’è soprattutto la situazione dei richiedenti asilo, che anche al momento della visita nella sede di via Codelli, erano a decine in attesa di una visita da parte dei medici e degli infermieri indaffarati negli ambulatori. Ma, come spiega Testa, sotto questo tanto in superficie, c’è molto altro. «La presenza dei migranti è evidente, e per questo colpisce maggiormente l’immaginario delle persone, ma sarebbe sbagliato pensare che in questo momento ci occupiamo solo di loro – dice la presidente –. Le visite dedicate ai richiedenti asilo si svolgono due volte alla settimana, sostanzialmente, ma la nostra porta è sempre aperta anche per i goriziani in difficoltà, anche al di là delle giornate e degli orari ufficiali. In ognuno dei giorni d’apertura, mediamente, accogliamo dalle cinque alle dieci persone, che solitamente ci vengono segnalate direttamente dagli assistenti sociali. Difficile dire se siano più o meno rispetto al passato, anche perché la richiesta d’aiuto è costante e le associazioni che operano come noi nel sociale sono tante, ma di certo si tratta di decine e decine di persone in difficoltà».
La Croce Rossa fa un po’ di tutto, per loro. Dalle visite mediche, per le persone che non possono essere seguite dal sistema sanitario nazionale, alla distribuzione dei medicinali, ovviamente in presenza di regolare ricetta medica, per coloro che non possono permettersi di acquistarli. «Ultimamente abbiamo distribuito anche tantissimi occhiali da vista, c’è una forte richiesta – dice la presidente Testa –, ma a centinaia di famiglie abbiamo fatto avere anche materiale scolastico, così come le borse della spesa con i prodotti alimentari o per l’igiene personale di primissima necessità. Senza dimenticare poi i corsi di italiano e di educazione civica che curiamo, sempre con i nostri volontari, tanto per le persone straniere quanto per quelle locali».
Una mole di lavoro, di progetti e di iniziative che il comitato svolge districandosi tra difficoltà non semplici da superare. Da quelle organizzative – la Cri di Gorizia non ha la possibilità di avere dei dipendenti, e i volontari ovviamente non sempre possono essere disponibili – a quelle, più importanti, economiche. «Possiamo contare su contributi come quelli della Fondazione Carigo, che ci finanzia ad esempio l’acquisto di medicinali o di materiale scolastico, o ancora altre attività – dice Testa –, oltre che su qualche donazione e soprattutto sulle risorse che ricaviamo dal nostro lavoro, come quando prestiamo servizi su richiesta durante eventi sportivi o di altro genere, e in particolare attraverso i corsi che teniamo come ente certificatore, ad esempio per l’utilizzo dei defibrillatori. Ma a fronte di queste entrate le uscite sono costanti e notevoli, e non è facile far fronte a tutto». I soldi per ogni intervento e progetto devono essere anticipati, e se l’affitto non è un problema (la sede di via Codelli, dove la Cri di Gorizia si trova dagli anni Sessanta, quando si trasferì da via Garibaldi, è di proprietà della Croce Rossa nazionale), ci sono le bollette, gli interventi di manutenzione ordinaria e quelli di manutenzione straordinaria. Come i recenti adeguamenti per rendere l’ingresso e i bagni a misura di disabile, o gli ambulatori in regola con tutte le normative igienico-sanitarie e di sicurezza. «I problemi da affrontare sono tanti, anche se sentiamo vicine a noi le istituzioni così come i cittadini – dice Testa –. In un momento come questo in cui tanto le richieste quanto le risposte del mondo del volontariato sono frammentate, cerchiamo di dare un messaggio di serietà e di presenza sul territorio».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Certo, sotto gli occhi di tutti, c’è soprattutto la situazione dei richiedenti asilo, che anche al momento della visita nella sede di via Codelli, erano a decine in attesa di una visita da parte dei medici e degli infermieri indaffarati negli ambulatori. Ma, come spiega Testa, sotto questo tanto in superficie, c’è molto altro. «La presenza dei migranti è evidente, e per questo colpisce maggiormente l’immaginario delle persone, ma sarebbe sbagliato pensare che in questo momento ci occupiamo solo di loro – dice la presidente –. Le visite dedicate ai richiedenti asilo si svolgono due volte alla settimana, sostanzialmente, ma la nostra porta è sempre aperta anche per i goriziani in difficoltà, anche al di là delle giornate e degli orari ufficiali. In ognuno dei giorni d’apertura, mediamente, accogliamo dalle cinque alle dieci persone, che solitamente ci vengono segnalate direttamente dagli assistenti sociali. Difficile dire se siano più o meno rispetto al passato, anche perché la richiesta d’aiuto è costante e le associazioni che operano come noi nel sociale sono tante, ma di certo si tratta di decine e decine di persone in difficoltà».
La Croce Rossa fa un po’ di tutto, per loro. Dalle visite mediche, per le persone che non possono essere seguite dal sistema sanitario nazionale, alla distribuzione dei medicinali, ovviamente in presenza di regolare ricetta medica, per coloro che non possono permettersi di acquistarli. «Ultimamente abbiamo distribuito anche tantissimi occhiali da vista, c’è una forte richiesta – dice la presidente Testa –, ma a centinaia di famiglie abbiamo fatto avere anche materiale scolastico, così come le borse della spesa con i prodotti alimentari o per l’igiene personale di primissima necessità. Senza dimenticare poi i corsi di italiano e di educazione civica che curiamo, sempre con i nostri volontari, tanto per le persone straniere quanto per quelle locali».
Una mole di lavoro, di progetti e di iniziative che il comitato svolge districandosi tra difficoltà non semplici da superare. Da quelle organizzative – la Cri di Gorizia non ha la possibilità di avere dei dipendenti, e i volontari ovviamente non sempre possono essere disponibili – a quelle, più importanti, economiche. «Possiamo contare su contributi come quelli della Fondazione Carigo, che ci finanzia ad esempio l’acquisto di medicinali o di materiale scolastico, o ancora altre attività – dice Testa –, oltre che su qualche donazione e soprattutto sulle risorse che ricaviamo dal nostro lavoro, come quando prestiamo servizi su richiesta durante eventi sportivi o di altro genere, e in particolare attraverso i corsi che teniamo come ente certificatore, ad esempio per l’utilizzo dei defibrillatori. Ma a fronte di queste entrate le uscite sono costanti e notevoli, e non è facile far fronte a tutto». I soldi per ogni intervento e progetto devono essere anticipati, e se l’affitto non è un problema (la sede di via Codelli, dove la Cri di Gorizia si trova dagli anni Sessanta, quando si trasferì da via Garibaldi, è di proprietà della Croce Rossa nazionale), ci sono le bollette, gli interventi di manutenzione ordinaria e quelli di manutenzione straordinaria. Come i recenti adeguamenti per rendere l’ingresso e i bagni a misura di disabile, o gli ambulatori in regola con tutte le normative igienico-sanitarie e di sicurezza. «I problemi da affrontare sono tanti, anche se sentiamo vicine a noi le istituzioni così come i cittadini – dice Testa –. In un momento come questo in cui tanto le richieste quanto le risposte del mondo del volontariato sono frammentate, cerchiamo di dare un messaggio di serietà e di presenza sul territorio».
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