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Il giallo del saluto romano a Gorizia: il consigliere Fabio Gentile nel mirino

Il video della risposta all’appello del consigliere forzista crea un caso nazionale. Ma il diretto interessato: «Quale azione estremista? Io alzo la mano così»

di Francesco Fain
2 minuti di lettura

Gorizia, il saluto romano del consigliere al momento dell'appello

GORIZIA Alla fine, a sentire il diretto interessato, è tutta una questione di “inclinazione”. Ma non intesa come attitudine verso qualcosa, bensì come... pendenza.

Fabio Gentile, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, è solito rispondere “presente” all’appello in aula alzando la mano ma non stendendola perfettamente in verticale ma portandola in avanti. «Questo è il saluto romano», ha notato qualche spettatore durante le sedute consiliari. E qualcuno ha fatto anche di più: ha fatto un breve filmato. E il video ha iniziato a circolare sui siti de “La Repubblica” e de “Il Manifesto”, suscitando ovviamente un putiferio con quelli di centrodestra a difendere «l’incompreso Gentile» e quelli di centrosinistra ad affondare il colpo.

Una furbata di Gentile per non smentire le sue origini destrorse? Un problema al braccio che non gli permette di stenderlo? O un’abitudine ingenua? Nessuno lo saprà mai. Gentile giura che quell’alzata di mano non ha nessun significato politico. Semplicemente, lui l’ha sempre fatta così. È una questione di “inclinazione”, insomma, nel senso geometrico del termine.

«A questo punto, dovrebbero mettere dietro la lavagna anche tanti bambini a scuola, visto che mi risulta che più di qualcuno alzi la mano in questa maniera», sottolinea Gentile. Che si dice “indignato” per questa ribalta mediatica. «Intanto, il video non è di oggi, risale a giugno ma, guarda caso, viene fuori soltanto adesso. Quello - giura Gentile - non è affatto un saluto romano. Non inneggia a nessuno. Se fossi un estremista, non mi sarei iscritto in Forza Italia...» Gentile ricorda che, nel passato, qualcuno ha risposto “presente” in aula mostrando il pugno. «Se questo è il livello dello scontro, andiamo bene. Certa sinistra - contrattacca l’ex vicesindaco - non ha argomentazioni serie, non porta proposte, falsifica la realtà per demolire gli avversari. Annuncio pubblicamente che procederò legalmente nei confronti di chi ha effettuato quel video. Ha voluto scatenare una tempesta, ma in un bicchiere».

Gentile sottolinea che, in vista dei prossimi Consigli comunali, prenderà una decisione... definitiva. «Mi taglierò le braccia - ironizza - e urlerò “presente” in maniera che il mio gesto non venga, nuovamente, frainteso».

Telegrafico il sindaco Rodolfo Ziberna che non ha nessuna intenzione di tirare le orecchie a Gentile. «Cos’è? Uno scherzo? Ho una posizione che mi consente di poter osservare tutta l’aula consigliare e posso assicurare di non aver mai visto nè Fabio Gentile nè altri fare un saluto romano in questo consesso. Stiamo davvero rasentando il ridicolo e l’unica cosa che mi sento di fare è un invito a parlare di problemi veri e non di stupidaggini».

Dura, durissima la presa di posizione di Forza Italia, espressa dal coordinatore comunale Claudio Maria Decolle. «Quando non si ha più argomento alcuno, quando il caso delle banche (che hanno fagocitato i risparmi di una vita di migliaia di piccoli risparmiatori) rischia di “tumulare” i vertici del Pd; quando il malaffare delle coop rosse, e delle Caritas bianche, giocato sulla pelle dei migranti, sta emergendo con tutto il suo travolgente olezzo; quando, infine, i 400 falsi profeti del dio Baal stanno per essere lapidati dalla moltitudine dei poveri, dei disoccupati e dei diseredati d’Italia, ecco, geniale, sorge l’idea: compagni si torna all’antifascismo! Il consigliere Gentile, come tutti, in circostanze analoghe, hanno sempre fatto, nel sentire la chiama del suo nome, ha alzato il braccio come a dire “eccomi, sono qui, presente”. Ma al rapace bolscevico, posto alle sue spalle, non è parso vero di poter, con il telefonino, immortalare il gesto e consegnarlo alla storia: gesto fascista al Comune di Gorizia», attacca De Colle. Che conclude: «Poveri noi, povera Italia, che squallore culturale e politico ci tocca vedere. Ma, per fortuna, i cittadini, come in più occasioni già hanno dimostrato, non sono quel gregge di pecoroni che certa sinistra crede, e spera, ancora siano. Mai come in questo caso è valsa la frase di Mikhail Bakunin “sarà una risata che vi seppellirà”».

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