Nuova tangenziale di Gorizia e Mossa, inaugurazione venerdì 29
Erano già partiti gli inviti per il 20 ma il taglio del nastro è slittato ancora. Investiti 3,4 milioni per una strada che libererà Lucinico e Mossa dai camion

GORIZIA La data cerchiata di rosso sul calendario era il 13 dicembre. Poi, si era detto che il taglio del nastro «sicuramente» si sarebbe svolto il 20 dicembre (domani). Ne erano talmente convinti in Comune che erano già stati spediti gli inviti, e più di un consigliere comunale ci era cascato annunciando urbi et orbi su Facebook l’apertura della 56 bis, salvo poi fare un repentino dietrofront.
Oggi, la data è quella giusta. Lo giurano in municipio, tant’è che hanno riaggiornato (e nuovamente distribuito) gli inviti riveduti e corretti a tutte le autorità.
La 56 bis, la circonvallazione di Mossa e Lucinico, verrà aperta al traffico venerdì 29 dicembre alle 11. Perché questi ulteriori slittamenti? Doveva essere inaugurata il 13 ma dovevano ancora arrivare tutti gli incartamenti relativi al collaudo. «Ora, ci siamo», sottolineano all’unisono il sindaco Rodolfo Ziberna e l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Arianna Bellan.
Un’attesa annosa
Era il 19 dicembre 1997, quando venne realizzato il primo progetto preliminare della 56 bis che, insieme alla rotatoria presso il ponte VIII Agosto e alla deviazione di via Trieste, faceva parte del programma di revisione degli accessi in città. Gli altri due interventi sono stati ultimati qualche anno fa mentre i tempi si sono prolungati notevolmente per quest’ultimo cantiere ma, finalmente, dopo vent’anni esatti, anche quest’opera sarà inaugurata.
Venerdì 29 dicembre, alle 11, infatti, ci sarà la cerimonia ufficiale di apertura di quest’importante tratto stradale, alla presenza - oltre che dei sindaci di Gorizia, Rodolfo Ziberna e di Mossa, Elisabetta Feresin - anche dell’assessore regionale alle infrastrutture, Mariagrazia Santoro.
Invitate anche molte altre autorità a dare il crisma dell’ufficialità a questo momento, di per sé, storico. Va ricordato che, dopo la progettazione nel 1997, si arrivò alla sua approvazione da parte del consiglio comunale, nel 1998 e, da allòra, fra modifiche e incertezze si è poi riusciti a trovare una soluzione viaria condivisa fra le amministrazioni comunali di Gorizia e di Mossa e la direzione regionale della Viabilità e dei Trasporti, che conciliava le esigenze dei diversi territori arrivando al progetto attuale. «Questa dovrebbe essere davvero la volta buona, anche se le dita rimangono incrociate visto che, fino all’ultimo ci sono stati degli intoppi, questa volta di carattere meramente burocratico, che hanno fatto slittare l’inaugurazione di altri dieci giorni», rimarcano in Comune.
Le caratteristiche in pillole
A realizzare i lavori è stata l’impresa “BB Service” di Tolmezzo, per un costo complessivo di circa 3 milioni 400mila euro. Il tracciato, lungo 1.600 metri e largo 10 metri e mezzo, si congiunge con il tratto già realizzato (a suo tempo) nel Comune di Mossa ed è completato da due nuove rotatorie, un sovrappasso e un sottopassaggio. La tangenziale, permette, fra le altre cose, di collegare l’area industriale di Sant’Andrea alla regionale 56, all’altezza della nuova rotatoria di Mossa.
Dal cavalcavia, la nuova strada “taglierà” i terreni di Villanova, ricongiungendosi con la rotonda completata un paio d’anni fa a Mossa. L’infrastruttura riveste un’importanza strategica fondamentale per i traffici commerciali nell’area: oggi, i camion che dalla Slovenia intendono raggiungere Udine sono costretti a transitare per i centri abitati di Sant’Andrea, Mossa e Lucinico mentre, a lavori completati, la nuova arteria consentirà uno snellimento del traffico nei tre centri, con vantaggi evidenti anche in termini di qualità dell’aria.
Parola all’assessore
«Finalmente ci siamo», esordisce l’assessore ai lavori pubblici, Arianna Bellan. «Dopo tante traversie e dopo essere rimasta impantanata per tanto tempo nelle maglie della burocrazia, questa importante opera può finalmente entrare in servizio. Voglio ringraziare pubblicamente l’ex sindaco Ettore Romoli che, con la sua testardaggine, è riuscito, nella scorsa legislatura, a sbloccate un iter che pareva non dovesse concludersi mai. È evidente che vent’anni per progettare e realizzare un chilometro e mezzo di strada e un paio di rotatorie sono davvero tanti e la responsabilità ricade completamente su una burocrazia che sembra essere fatta proprio per rallentare i cantieri anziché velocizzarli. Penso che questo sia uno dei peggiori mali italiani».
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