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Sequestrata a Natale, l’ex verso il processo a Trieste

Il pm chiede il rinvio a giudizio di un triestino accusato di aver segregato in casa la compagna di allora. Oggi l’udienza decisiva

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TRIESTE Si pensa al Natale come a un giorno di festa. L’albero, il pranzo, i regali, la famiglia. Tutti più buoni. Potrebbe cominciare così un thriller. Con la seconda inquadratura che però, subito dopo, si sposta in un’altra casa. Dietro alla porta c’è una donna rinchiusa, in lacrime. Segregata e minacciata. Altro che film. Il fatto è vero ed è accaduto il giorno di Natale di due anni fa. Viene a galla soltanto adesso perché è ora che la vicenda è finita in Tribunale, con accuse pesantissime per il protagonista principale di tutta questa triste storia: un uomo, indagato per sequestro di persona.

L’uomo è un triestino di trentacinque anni. La donna è l’ex compagna, una quarantenne di origini albanesi. Non pubblichiamo i loro nomi per non rendere identificabile la vittima. All’epoca dei fatti, nel 2015, i due erano fidanzati.

È il 25 dicembre, dunque. I due litigano, come accadeva spesso in una relazione che, evidentemente ,non funzionava. Le parole a un certo punto si fanno sempre più pesanti e il bisticcio - secondo la ricostruzione degli inquirenti - si trasforma rapidamente in altro. Violenza. Lei, disperata, cerca di scappare. Ma il compagno la blocca. Riesce anche a prenderle le chiavi e a sbarrare la porta, stando ai racconti della vittima. La donna non ha più via di scampo. Vuole andarsene. Ma non può. E non finisce qui. Il trentacinquenne le strappa di mano, con forza, il telefono cellulare. Impedendole così di chiamare aiuto. Si chiude in casa con lei e la costringe a restare dentro, assieme a lui, per l’intera notte. Fuori, nei pressi del popoloso rione di Valmaura, nonostante le grida e i pianti, nessuno vede né sente niente. Per il pubblico ministero Maddalena Chergia, che ha formulato l’accusa, non ci sono dubbi: è sequestro di persona. Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio, che sarà deciso oggi in udienza preliminare davanti al gup Luigi Dainotti.

Nonostante la vicenda, la quarantenne ha continuato a frequentarsi con il suo compagno nei mesi successivi. Ma la scorsa estate, il 9 agosto, ecco un altro episodio. I due si trovano ad Aurisina accanto all’automobile. Litigano di nuovo. La baruffa è furente. L’uomo la costringe a salire a bordo, riferisce lei. La prende per un braccio, la strattona. «Devi entrare in macchina – urla – e se non entri piangerai per questo. E te ne pentirai». Ma la donna, stavolta, ce la fa ad andarsene.

I due oggi non stanno più insieme. La quarantenne è riuscita a lasciare il fidanzato e da un po’ di tempo si è rifatta una vita. Ha cambiato lavoro e ha un altro fidanzato. Le minacce dell’ex pare siano finite. «Sì, quando stavamo assieme mi maltrattava sempre – sussurra la vittima al telefono – ma non voglio parlare più di questa storia. È una cosa mia, privata che a pensarci mi fa ancora stare male». Oggi in Tribunale il trentacinquenne saprà se sarà processato o meno.

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