La verità di Bucci sul tram non placa l’ira di Dipiazza
L’assessore: «L’Ustif ha revocato il nulla osta, si riparte da zero». Servono 5 milioni Il sindaco: «Senza risposte esaurienti da Trieste Trasporti mando tutto alla Procura»
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La versione di Bucci. L’assessore al Turismo rigetta le accuse del Pd e del Movimento 5 Stelle (che ha chiesto le sue dimissioni) con una lunga concione sulla vicenda del tram di Opicina nell’aula del Consiglio comunale. E finisce per smentire anche il sindaco Roberto Dipiazza, furioso con Trieste Trasporti. Che però risponde subito: «Ho convocato i due dirigenti della società (di cui ha chiesto il licenziamento, ndr). Se mi risponderanno ascolterò. Se non avrò risposte soddisfacenti porterò le carte in Procura». Maurizio Bucci risponde dunque in aula a M5S, Pd e Forza Italia. Snocciola cifre, date, e alla fine ributta la palla nel campo iniziale: «È come ho detto fin dal principio, aspettiamo soltanto il via libera dell’Ustif (l’ente ministeriale incaricato di valutare l’operatività della linea, ndr). Anche se l’Ustif stesso alla fine non ha responsabilità, si tratta di un procedimento complesso e non si poteva fare prima di settembre. L’unica colpa è di chi ha voluto buttarla in polemica». Non la perdona al capogruppo del Movimento 5 Stelle Paolo Menis, che in questi giorni chiede che Bucci rinunci all’incarico.
Ma le parole dell’assessore contestano, di fatto, anche quanto affermato dal primo cittadino durante il confronto con la circoscrizione Altipiano Est. Quando, affiancato dall’assessore leghista all’Urbanistica Luisa Polli e non da Bucci, Dipiazza ha chiesto pubblicamente “la testa” di due dirigenti di Trieste Trasporti: Roberto Gerin e Andrea Cervia. Secondo il sindaco i due avrebbero tirato fuori, negli incontri con l’Ustif, un preventivo da oltre quattro milioni per rimettere in marcia la linea. Una cifra da capogiro, se confrontata con i 500mila euro che, secondo Dipiazza, dovevano essere sufficienti in origine. Spiega però Bucci: «Essendo stato il nulla osta revocato e non sospeso, la riattivazione della linea è necessariamente subordinata alla presenza di elevati criteri manutentivi e di sicurezza. In pratica, le criticità rilevate anche prima dell’incidente da Serfer (società terza incaricata di valutare la linea, ndr) non erano e non sono da ritenersi così gravi da costringere a fermare il servizio quando il tram funzionava, ma sono ora giudicate sufficientemente importanti da far ritenere che l’Ustif, in virtù di quelle criticità, possa non riconferire il nulla osta all’impianto».
Cosa significa? Bucci conferma quanto anticipato nei giorni scorsi dal capogruppo forzista Piero Camber. Nel 2015 (era Cosolini) una prima ricognizione fra Comune e Trieste Trasporti aveva constatato che erano necessari lavori per almeno cinque milioni per rimettere a norma le rotaie. Dei due studi privati affidati nel 2017 dal Comune, quello di Serfer (completato nel giugno scorso), ha confermato il quadro. Nel frattempo, però, è intervenuto l’incidente: sarà la giustizia a definire le cause di quello scontro, che non sembra legato alle condizioni della linea. Il risultato, però, è che è saltato il nulla osta di Ustif. Essendo stato revocato e non sospeso, spiega Bucci, ora il tram deve passare una lunga trafila per superare l’esame, come se fosse un impianto nuovo. Il che significa che la linea dovrà essere rimessa in sesto con un cantiere, appunto, da circa cinque milioni. Nel frattempo il Comune spera che l'Ustif consenta una ripartenza almeno parziale.
Dopo l'intervento di Bucci, è intervenuto Dipiazza: «È come se, dopo un incidente in autostrada, ti venisse richiesto di fare l’autostrada. So cose di cui qui non parlo. Dopo la Barcolana vedrò Gerin e Cervia. Se non avrò risposte esaurienti manderò tutto alla Procura della Repubblica». Sono poi intervenuti Camber, Barbo e Menis. Così il consigliere M5S: «Oggi alcune risposte sono arrivate, ma in tutti questi mesi in commissione era emerso qualcosa di diverso da quanto detto in aula da Bucci. Quello che vi si chiede è di fare chiarezza». Ha detto Barbo: «Se polemica c'è stata, è stata alimentata dal fatto che non è il primo caso di mancate risposte in aula».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Ma le parole dell’assessore contestano, di fatto, anche quanto affermato dal primo cittadino durante il confronto con la circoscrizione Altipiano Est. Quando, affiancato dall’assessore leghista all’Urbanistica Luisa Polli e non da Bucci, Dipiazza ha chiesto pubblicamente “la testa” di due dirigenti di Trieste Trasporti: Roberto Gerin e Andrea Cervia. Secondo il sindaco i due avrebbero tirato fuori, negli incontri con l’Ustif, un preventivo da oltre quattro milioni per rimettere in marcia la linea. Una cifra da capogiro, se confrontata con i 500mila euro che, secondo Dipiazza, dovevano essere sufficienti in origine. Spiega però Bucci: «Essendo stato il nulla osta revocato e non sospeso, la riattivazione della linea è necessariamente subordinata alla presenza di elevati criteri manutentivi e di sicurezza. In pratica, le criticità rilevate anche prima dell’incidente da Serfer (società terza incaricata di valutare la linea, ndr) non erano e non sono da ritenersi così gravi da costringere a fermare il servizio quando il tram funzionava, ma sono ora giudicate sufficientemente importanti da far ritenere che l’Ustif, in virtù di quelle criticità, possa non riconferire il nulla osta all’impianto».
Cosa significa? Bucci conferma quanto anticipato nei giorni scorsi dal capogruppo forzista Piero Camber. Nel 2015 (era Cosolini) una prima ricognizione fra Comune e Trieste Trasporti aveva constatato che erano necessari lavori per almeno cinque milioni per rimettere a norma le rotaie. Dei due studi privati affidati nel 2017 dal Comune, quello di Serfer (completato nel giugno scorso), ha confermato il quadro. Nel frattempo, però, è intervenuto l’incidente: sarà la giustizia a definire le cause di quello scontro, che non sembra legato alle condizioni della linea. Il risultato, però, è che è saltato il nulla osta di Ustif. Essendo stato revocato e non sospeso, spiega Bucci, ora il tram deve passare una lunga trafila per superare l’esame, come se fosse un impianto nuovo. Il che significa che la linea dovrà essere rimessa in sesto con un cantiere, appunto, da circa cinque milioni. Nel frattempo il Comune spera che l'Ustif consenta una ripartenza almeno parziale.
Dopo l'intervento di Bucci, è intervenuto Dipiazza: «È come se, dopo un incidente in autostrada, ti venisse richiesto di fare l’autostrada. So cose di cui qui non parlo. Dopo la Barcolana vedrò Gerin e Cervia. Se non avrò risposte esaurienti manderò tutto alla Procura della Repubblica». Sono poi intervenuti Camber, Barbo e Menis. Così il consigliere M5S: «Oggi alcune risposte sono arrivate, ma in tutti questi mesi in commissione era emerso qualcosa di diverso da quanto detto in aula da Bucci. Quello che vi si chiede è di fare chiarezza». Ha detto Barbo: «Se polemica c'è stata, è stata alimentata dal fatto che non è il primo caso di mancate risposte in aula».
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