Al Muca le opere "crocieristiche" di Mascherini VIDEO E FOTO
Inaugurate le otto opere che arredarono le navi Augustus, da Vinci e Raffaello. Caccia a nuovi visitatori da accompagnare in un percorso con altre iniziative
di Laura Borsani
MONFALCONE È «un salto di qualità». Un valore aggiunto destinato a far decollare il Museo della cantieristica navale e a moltiplicarsi. La mostra “Marcello Mascherini. Lo scultore dei transatlantici” inaugurata ieri davanti a circa 150 visitatori, apre la grande sfida. Un museo che assieme alla storia e alla memoria guarda al futuro. Ai giovani su tutto. Alle scuole.
Le otto opere dell’artista, tra i maggiori scultori italiani del Novecento, intendono rinsaldare l’orgoglio di essere monfalconesi. Mascherini avvia una stagione di grandi nomi dell’arte e dell’architettura. Eventi almeno a cadenza annuale. Il MuCa può decollare con la qualità e la “rete”. E ieri è stato impresso l’acceleratore di una sfida che, dall’apertura della struttura museale, il 17 giugno, ora ha bisogno di lanciarsi.
Il sindaco Anna Maria Cisint, prima di tagliare il nastro della mostra, la cui visita viene “anticipata” dall’Infopoint aperto al Centro visite di via Pisani («è una raccolta documentale delle opere di Mascherini abbinate alla storia di Monfalcone», ha spiegato ieri Davide Jannis, che con l’Ecomuseo dei Territori collabora attivamente al progetto), ha evidenziato la sinergia tra istituzioni, la Fondazione Carigo, il Museo nazionale d’arte moderna di Roma e l’Archivio Mascherini.
Al Museo della cantieristica di Monfalcone la mostra su Mascherini
«Il Museo ha bisogno di fare sistema con realtà importanti – ha aggiunto il sindaco -. Stiamo lavorando a iniziative di rete. Vorremmo entrare in Fincantieri», ha continuato. Ad ascoltare c’erano anche il direttore di stabilimento Roberto Olivari e quello della Fondazione Fincantieri, Alessandro Bais. Cisint ha continuato: «Dobbiamo abbinare la visita all’arte, alla nostra identità con uno sguardo al futuro», richiamando l’attenzione sulla presenza dei ragazzi del Pertini.
Il MuCa punto di valore e attrazione, sfruttando la promozione: «Non si può dare per scontato che tutti vengano al Museo, devi proporre occasioni di qualità come questa», ha chiuso il sindaco. Il presidente della Fondazione Carigo, Roberta Demartin, ha parlato di «sintonia totale con il Comune di Monfalcone.
Qui c’è tanto territorio rappresentato e c’è tanta Fondazione. Abbiamo voluto esserci per fare un salto culturale e la Fondazione è uno dei motori dello sviluppo del territorio, generatore del futuro. Spero che i ragazzi vengano a visitare questa esposizione». Ha sottolineato: «Questo progetto dimostra come enti pubblici e privati si siano alleati con facilità».
E il messaggio: «Dobbiamo essere orgogliosi di ciò che abbiamo, convinti delle scelte, rinunciando a qualche particolarismo». Ha concluso con l’aforisma di Henry Ford: «Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme un successo».
La mostra è stata allestita in 4 mesi. Francesco Bordin, curatore dell’Archivio Mascherini assieme alla moglie Nerina Pancino, nipote e erede dello scultore assieme al fratello, ha riferito: «Quando il sindaco e Gregoretti mi hanno proposto di allestire questa mostra in quattro mesi avevo risposto che non era possibile. Invece è una realtà».
Ha ripercorso i passi del progetto compiuto. Quindi Mascherini: «Il titolo della mostra è presuntuoso, un rischio ma va detto tenendo conto che mettere nelle navi opere già pronte era un’attività secondaria». Ha parlato delle sculture «accattivanti e felici» in esposizione, che fanno rivivere i transatlantici Augustus, Leonardo Da Vinci e Raffaello.
Non è finita qui. Uscirà un catalogo dedicato a Mascherini e la sua arte. «Dietro il MuCa c’è un’attività culturale ed economica importante», ha esordito Rodolfo Corrias, funzionario della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma che ha affidato a Monfalcone le 8 opere scultoree, di cui tre, La Vita, Bora e Scirocco, rimarranno in dotazione in comodato.
Ha ricordato l’impresa di “assemblamento” delle 19 parti dell’imponente pannello de La Vita, 5,60 metri per 2 di altezza, di rame sbalzato e argentato, che aveva arredato il salone delle feste di classe cabina della turbonave Raffaello. Hanno lavorato fino a venerdì sera per ricomporlo, recuperando i bulloni autentici “saltati fuori” dalla Gnam. Corrias ha sottolineato: «Questo non è solo l’entusiasmo dei cittadini di Monfalcone, è l’entusiasmo di tutta Italia».
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