Clandestini nel Tir diretto alla Fincantieri
Quattro afgani e un pachistano scoperti dalla vigilanza nascosti nel mezzo che arrivava dalla Macedonia con travi di ferro
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Quando il personale della dogana ha rimosso i sigilli i primi a rimanere esterrefatti sono stati loro, il pachistano e i quattro afgani che si trovavano celati all’interno di un camion macedone, convinti di approdare a chissà quale stazione d’arrivo e invece piombati all’ingresso della Fincantieri. Una fabbrica dalla quale, poniamo pure fossero riusciti a entrare, difficilmente sarebbero usciti senza esibire un badge e avendo il fiato sul collo della sorveglianza privata, ma tant’è.
Appare per certi versi dunque paradossale, la storia di clandestinità venuta a galla ieri attorno alle 10 sul piazzale dello stabilimento navalmeccanico di Panzano, dove i vigilantes della sicurezza interna, davanti a un grande tir con telone che regolarmente trasportava travi in ferro, si sono prima imbattuti in qualcosa di anomalo e poi immediatamente rivolti al Commissariato di via Foscolo. I cinque migranti, che agli agenti di Polizia non sono parsi denutriti o assetati, in quanto disponevano di un minimo kit di sopravvivenza per sopportare il lungo viaggio di nascosto, fatto di viveri e beveraggi, non avevano documenti e, secondo, quando ricostruito dagli inquirenti con molta probabilità erano saliti a bordo del camion all’insaputa del conducente, la cui posizione risulta comunque al vaglio. All’esterno, infatti, i sigilli di norma apposti al carico per il suo trasporto risultavano integri. I cinque potrebbero averli rimossi per salire a bordo del tir in Serbia, durante un momento di distrazione dell’autista, per esempio a una sosta in qualche stazione di rifornimento dell’autostrada, circostanza che come riportato da varie inchieste giornalistiche viene con molta frequenza riscontrato a Calais, dove vicende di questo tipo rappresentano quasi una routine. Ieri era la prima volta, invece, per Monfalcone. Si può ipotizzare che, una volta salito a bordo il quintetto, qualcuno abbia facilitato dall’esterno l’operazione di occultamento ripristinando il sigillo, così da non destare sospetti in primo luogo al camionista, dichiaratosi estraneo ai fatti.
Qualcosa nel piano dei clandestini è però andato storto e così si sono ritrovati bloccati all’ingresso della Fincantieri. Una volante, coadiuvata poi anche da personale dell’Anticrimine, si è precipitata sul posto per gli accertamenti di rito. Il pachistano e gli afgani – tutti uomini tra i 25 e i 27 anni – sono stati interrogati con l’ausilio di un interprete. Per sei ore gli agenti hanno lavorato allo scopo di venire a capo della matassa; alla fine il gruppo, fotosegnalato, è stato indirizzato all’Ufficio Immigrazione della Questura di Gorizia, per le pratiche di espulsione. Un afgano e il pachistano hanno però inoltrato richiesta di asilo politico. Tutti sono stati sottoposti a visita medica per escludere la presenza di eventuali patologie.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Appare per certi versi dunque paradossale, la storia di clandestinità venuta a galla ieri attorno alle 10 sul piazzale dello stabilimento navalmeccanico di Panzano, dove i vigilantes della sicurezza interna, davanti a un grande tir con telone che regolarmente trasportava travi in ferro, si sono prima imbattuti in qualcosa di anomalo e poi immediatamente rivolti al Commissariato di via Foscolo. I cinque migranti, che agli agenti di Polizia non sono parsi denutriti o assetati, in quanto disponevano di un minimo kit di sopravvivenza per sopportare il lungo viaggio di nascosto, fatto di viveri e beveraggi, non avevano documenti e, secondo, quando ricostruito dagli inquirenti con molta probabilità erano saliti a bordo del camion all’insaputa del conducente, la cui posizione risulta comunque al vaglio. All’esterno, infatti, i sigilli di norma apposti al carico per il suo trasporto risultavano integri. I cinque potrebbero averli rimossi per salire a bordo del tir in Serbia, durante un momento di distrazione dell’autista, per esempio a una sosta in qualche stazione di rifornimento dell’autostrada, circostanza che come riportato da varie inchieste giornalistiche viene con molta frequenza riscontrato a Calais, dove vicende di questo tipo rappresentano quasi una routine. Ieri era la prima volta, invece, per Monfalcone. Si può ipotizzare che, una volta salito a bordo il quintetto, qualcuno abbia facilitato dall’esterno l’operazione di occultamento ripristinando il sigillo, così da non destare sospetti in primo luogo al camionista, dichiaratosi estraneo ai fatti.
Qualcosa nel piano dei clandestini è però andato storto e così si sono ritrovati bloccati all’ingresso della Fincantieri. Una volante, coadiuvata poi anche da personale dell’Anticrimine, si è precipitata sul posto per gli accertamenti di rito. Il pachistano e gli afgani – tutti uomini tra i 25 e i 27 anni – sono stati interrogati con l’ausilio di un interprete. Per sei ore gli agenti hanno lavorato allo scopo di venire a capo della matassa; alla fine il gruppo, fotosegnalato, è stato indirizzato all’Ufficio Immigrazione della Questura di Gorizia, per le pratiche di espulsione. Un afgano e il pachistano hanno però inoltrato richiesta di asilo politico. Tutti sono stati sottoposti a visita medica per escludere la presenza di eventuali patologie.
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