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Duello studenti-preside sulle assemblee del liceo

Salta quella di maggio, studenti del Buonarroti sul piede di guerra. La preside: «Ora devono studiare»

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MONFALCONE Liceali sul piede di guerra per respinta assemblea studentesca. Un paio di mail sono giunte alla redazione per segnalare una situazione che, al Michelangelo Buonarroti, istituto di via Marziale, sta agitando gli animi degli allievi. «In quest’ultimo anno scolastico - racconta uno studente - per diversi motivi abbiamo avuto la possibilità di svolgere solo quattro assemblee di istituto rispetto alle sei o sette che si potrebbero regolarmente richiedere». Le adunanze, solitamente al sabato, rivestono a detta di chi segnala il disguido, «un momento importante per gli studenti, cui fa male rinunciare». «La prima - prosegue - è stata persa per problemi organizzativi creati dalla scuola, visto che non abbiamo avuto rappresentanti di istituto fino a dicembre e quindi organizzare l’appuntamento di novembre è risultato impossibile».

«Dopo questo primo episodio - continua lo studente - è stato chiesto di rinunciare anche all’assemblea di aprile, per via delle concomitanti festività, e di spostarla a maggio, come se le assemblee non fossero altro che un giorno di lezione perso. Quindi, arrivato il fatidico momento, la dirigente ha negato l’assise perché “ai professori non va di perdere ore in questo mese”, nonostante quanto concordato in precedenza». «Purtroppo - sostiene il liceale - non è la prima volta che viene percepita insofferenza davanti alle richieste degli studenti, anche di carattere più importante, come problemi con docenti e via discorrendo». I fatti vengono confermati da un altro studente, in quarta, che si fa portavoce del disagio dei compagni: «La preside è la persona che dovrebbe darci l’esempio, ma se poi non mantiene la parola, che lezione dovremmo trarre noi? È vero che l’ultima assemblea riguardava temi se vogliamo più leggeri, come le iniziative di carattere sportivo, tuttavia gli studenti sono davvero dispiaciuti di non aver potuto concludere quanto prefisso». «E non si tratta - aggiunge - dell’unico problema: abbiamo riscontrato rigidità anche quando abbiamo fatto presente le difficoltà con alcuni professori, senz’altro competenti da un punto di vista professionale, ma le cui lezioni non sono sempre completamente seguibili. Espressa la criticità, la dirigente ha detto: “Ci sono altri problemi?”. E il discorso è finito lì».

La dirigente Isabella Minon, respinge in toto le critiche, ribadendo la «propria totale disponibilità al confronto», ridimensionando la questione della mancata assemblea. Che, a detta sua, non si è svolta per carenze organizzative imputabili solo agli studenti. «È vero invece che i professori in sede di Consiglio di istituto - sottolinea - hanno fatto presente come non fosse opportuno, a maggio, e dunque in dirittura di scrutinio ed esami, perdere preziose ore di lezione. Ora gli studenti devono soprattutto mettersi sui libri». Minon peraltro ricorda come la recente concessione della Festa per l’Ue abbia fatto perdere due giorni di didattica a metà scuola e come la richiesta di indizione dell’assemblea studentesca sia arrivata «fuori tempo massimo». Quanto alla “rigidità”, «i liceali hanno sempre ottenuto più di quanto richiesto». «Francamente - conclude la preside - il tema dell’assemblea non appariva esaltante e, in ogni caso, mancava disponibilità del personale docente alla vigilanza e organizzazione delle attività».

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