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Trieste, si allontana lo spettro del rigassificatore

Serracchiani annuncia il no nella prossima Conferenza dei servizi: «Così si chiude ogni ipotesi su un’opera che nessuno vuole»

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TRIESTE. Nessuno vuole quel rigassificatore. Perché di quel rigassificatore nessuno ha bisogno. Debora Serracchiani usa parole nette, una volta ancora, sul progetto ipotizzato a Zaule. Lo fa, la presidente della Regione, commentando una lettera ricevuta dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda.

Si tratta della risposta alla richiesta della Regione di precisare la posizione del governo in merito all’infrastruttura. Ed è una risposta che rafforza il convinto altolà di Serracchiani: alla prossima Conferenza dei servizi, assicura la presidente, il Fvg esprimerà «un’Intesa negativa».

Nel testo il ministro precisa innanzitutto di essere a conoscenza della volontà della Regione Fvg, già formalizzata nel Piano energetico regionale approvato nel 2015 dalla giunta, di non autorizzare sul proprio territorio il terminale di Gnl di Gas Natural, «ritenendo tale progetto sovradimensionato, oltreché in contrasto con il modello di sviluppo del Porto di Trieste».

Con questa chiara premessa, la sintesi di una serie di ripetute posizioni negative locali, della Regione, del Comune, dell’Autorità portuale, ancora Calenda conferma la prossima riunione della Conferenza dei servizi. La data non è fissata, ma il ministro fa sapere che la convocazione avverrà con un termine «che consenta alla Regione Fvg di esprimersi in merito all’Intesa, necessaria in base alle norme vigenti per il rilascio dell’autorizzazione». Quell’Intesa, nessuna sorpresa, non arriverà.

«La Regione - sono le chiare parole della presidente - formalizzerà la propria contrarietà al progetto tramite l’espressione di un’Intesa negativa nella Conferenza dei servizi al ministero dello Sviluppo economico».

In presenza di un’Intesa negativa da parte della Regione, il ministro ha già indicato, nella stessa lettera, che «verranno effettuate le conseguenti valutazioni di interesse complessivo così come previsto dalla normativa, ai fini della conclusione del procedimento», e ha chiuso precisando che sarà tenuto conto anche «della presenza in Italia già di altri progetti di impianti di rigassificazione autorizzati, di cui non è stata ancora avviata la costruzione, e degli ulteriori progetti similari in corso di esame al ministero».

Un’interlocuzione che fa dire infine a Serracchiani che è stato tracciato «un percorso preciso che, in virtù della chiarissima posizione della Regione e dello scenario nazionale che ci era già stato verbalmente disegnato dal ministro, porterà alla chiusura di ogni ipotesi in merito a un rigassificatore che nessuno vuole e di cui nessuno ha veramente bisogno».

La novità emerge poco più di un mese dopo l’inatteso ritorno dello spettro rigassificatore sulla città. Sempre di lettera si trattò, ma in quell’occasione del ministero dell’Ambiente. Vi si leggeva la posizione della direzione generale romana che, su richiesta della giunta comunale triestina di Roberto Dipiazza, sosteneva «non sussistere i presupposti di natura tecnica, giuridica e amministrativa per poter ipotizzare la riapertura del procedimento di Via per il terminale di rigassificazione».

Vale a dire che si escludeva qualsiasi dietrofront rispetto al giudizio favorevole di compatibilità ambientale del 2009. Tutto questo a fronte di ribaditi «no» delle istituzioni Fvg. La reazione della Regione, poco prima di Natale, non fu in realtà allarmata. «Il ministero dell’Ambiente aveva già ultimato il suo ruolo e la palla del rigassificatore è passata al ministero per lo Sviluppo economico», il chiarimento di Gianni Torrenti.

Dall’assessore regionale un’ulteriore precisazione: «Roma deve da tempo convocare la Conferenza dei servizi. Se non l’ha mai fatto è proprio per i “no” molto pesanti piovuti da Regione, Comune e Porto. Per cui è al Mise che bisognerebbe rivolgersi, perché è lì che la cosa è impantanata». Ed è dal Mise che è arrivata non a caso la lettera di aggiornamento. E la conseguente nota di Serracchiani. In serata, sulla vicenda, interviene però anche Forza Italia.

«Abbiamo più volte ribadito che la Regione non aveva fatto nulla di ufficiale, e ci hanno pure accusato di fare demagogia. Ora la conferma arriva nero su bianco», dichiara Sandra Savino. «Il ministro Calenda - ricostruisce la coordinatrice azzurra - ha annunciato che a breve verrà convocata la Conferenza dei servizi.

Non ho dubbi che Serracchiani confermerà il no, auspico però che la prossima volta ci sia una maggiore prudenza in certi annunci. Ricordo inoltre che se oggi sarà possibile bloccare l’impianto di Zaule sarà grazie a chi per primo ha sollevato dei dubbi come la giunta Tondo, dopo che Riccardo Illy aveva avviato l'iter, e la ex presidente dell’Autorità portuale Marina Monassi».

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