Via al nuovo assetto per Autovie Venete
L’Anas esprimerà l’ad, al Fvg il presidente. Il centrodestra attacca: «Strapotere romano». La Regione: «Nessuna svendita»

TRIESTE. Per la governance della “nuova” Autovie Venete ci sono due strade. Quella dell’amministratore unico, scelto d’intesa tra i tre soci (Regione Fvg, Regione Veneto e Anas) su proposta del Fvg, o quella di un cda a cinque posti, con amministratore delegato indicato da Anas.
Lo scenario, ha denunciato ieri a Udine il centrodestra, «sa di svendita di un gioiello di famiglia». Ma dal governo regionale, a stretto giro, si ribatte: «Nessuna svendita. Al contrario, una solida alleanza per l’implementazione di un’opera infrastrutturale strategica: la terza corsia».
La nota con cui lo scorso 21 dicembre la Regione informava della firma dei presidenti di Fvg e Veneto Debora Serracchiani e Luca Zaia e del presidente di Anas Gianni Vittorio Armani in calce al protocollo d’intesa finalizzato alla costituzione di una newco, cui il ministero della Infrastrutture affiderà la concessione autostradale attualmente in capo ad Autovie, non è sembrata esaustiva all’opposizione.
Riccardo Riccardi, capogruppo di Forza Italia, a seguito di richiesta di accesso agli atti è così entrato in possesso della generalità di giunta del 16 dicembre in cui vengono illustrati i dettagli di un’operazione che ha l’obiettivo finale del rinnovo del controllo sulla A4 Trieste-Venezia fino al 2038: con una newco interamente pubblica si eviterà il diktat Ue della gara alla scadenza di fine marzo 2017. I tempi sono stretti.
Nel protocollo si calendarizza tra febbraio e marzo la costituzione della società con ingresso di Anas tramite aumento di capitale e contestuale nomina degli organi societari, ancora tra febbraio e marzo l’approvazione della convenzione di concessione e ad aprile l’entrata in esercizio e il pagamento dell'indennizzo ad Autovie (pari al valore del capitale investito netto, a oggi stimabile in circa 350 milioni).
I passaggi contestati dalla minoranza, al tavolo anche con Sandra Savino di Forza Italia, Luca Ciriani e Fabio Scoccimarro dei Fratelli d'Italia, Alessandro Colautti del Ncd, Renzo Tondo di Ar, Barbara Zilli della Lega Nord e Claudio Violino del Misto, riguardano la rilevante presenza di Anas (fino al 43,9% a seconda della quota del Fvg, non inferiore al 50,1% e non superiore al 54%, mentre il Veneto si fermerà al 6%) e in particolare l'accordo sull'organo di amministrazione, che potrà essere composto o da un amministratore unico, «nominato su indicazione della Regione Fvg di concerto con gli altri soci», o da un cda a cinque membri, con due componenti e il presidente al Fvg, uno al Veneto e uno ad Anas, ma con la funzione di ad.
Il 40% e oltre previsto per Anas, è l'interpretazione del centrodestra, dipende dal fatto che la società nazionale contribuirà in larga parte a liquidare i soci privati in uscita da Autovie (si parla di oltre 100 milioni di euro per il 17% delle quote detenute da banche e assicurazioni). «La trasformazione in società interamente pubblica ci ha visto responsabilmente favorevoli - riassume per tutti Riccardi -, ma mai ci saremmo aspettati che la presidente, all'insaputa dell'aula, chiudesse un accordo che, accettando di cedere l'ad, consegna la gestione della newco ad Anas».
«Più che a Serracchiani - aggiunge Tondo -, facciamo appello al Pd, che consideriamo ancora un partito serio, a mostrare unità con le altre forze politiche su un tema così strategico».
Se ne riparlerà entro breve in commissione, come da richiesta di Ciriani.
Ma sin d'ora l'assessore alle Finanze Francesco Peroni chiarisce che la Regione «sarà proprietaria del pacchetto di maggioranza del capitale della newco e, come tale, in un futuro cda designerà tre componenti su cinque, incluso il presidente.
Un assetto societario a fronte del quale, francamente, si fatica a vedere una resa del governo regionale ad asserite manovre di accentramento romano».
L’operazione, spiega anche l'assessore alle Infrastrutture Mariagrazia Santoro, «garantirà alla Regione di rimanere titolari di maggioranza delle concessioni di varie tratte autostradali per un totale di 210,2 chilometri, indubbio e indiscutibile successo della presidente Serracchiani e della nostra specialità».
Il Fvg, concludono Peroni e Santoro, «conta a Roma più che mai nei fatti, avendo ottenuto dal governo nazionale sia risorse dirette sia garanzie economiche per avviare cantieri della terza corsia che altrimenti non sarebbero partiti e, cosa ancora più rilevante, per lasciare ai nostri cittadini anche il patrimonio della gestione diretta delle autostrade».
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