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Trieste, la Lega contro il wi-fi gratis sugli autobus

Il Carroccio chiede di bloccare il piano alla Trieste Trasporti: «Troppi immigrati salirebbero sulle vetture intasandole»

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Un bus della Trieste Trasporti davanti alla stazione ferroviaria 

TRIESTE Un’amministrazione senza fili. È stata la prima proposta di Roberto Dipiazza sceso in campo per la terza volta per la carica di sindaco (27 marzo 2016). L’annuncio della sua realizzazione da parte della Trieste Trasporti risale all’autunno scorso (22 novembre 2016). E, tempo e Lega permettendo, dovrebbe partire domenica (15 gennaio).

Il Carroccio giuliano, infatti, ha deciso di mettersi di traverso al “wifi gratuito su mezzi pubblici”, fortissimamente voluto dal sindaco e dal resto della maggioranza di centrodestra. Il motivo? Si rischia di intasare le linee dei bus di profughi e richiedenti asilo.

Il gruppo consiliare, compatto (Paolo Polidori, Fabio Tuiach, Michele Claudio, Giuseppe Ghersinich e Antonio Lippolis), ha firmato una mozione a fine novembre che sarà discussa proprio oggi (alle 12) dalla Terza commissione presieduta da Francesco di Paola Panteca e che vedrà la presenza dell’assessore anziano Maurizio Bucci.

L’oggetto è tutto un programma: “Allestimento servizio wifi sui mezzi pubblici”. Il gruppo leghista, “appreso che Trieste Trasporti intende allestire, a partire dal 15 gennaio 2017, un servizio wifi gratuito, inizialmente su venti mezzi e in progressiva estensione a tutta la flotta entro il 30 maggio 2017”, lancia l’allarme profughi.

«L’iniziativa sarebbe in sé e di per sé lodevole, in una condizione normale, ma in un contesto come quello attuale della nostra città, laddove insistono centinaia di immigrati, che hanno in dotazione smartphone in grado di collegarsi con il sistema wifi e che notoriamente fruiscono di tali servizi, rischia di creare notevoli problematiche» mettono in guardia i consiglieri comunali leghisti.

Lo spettro che agitano è chiaro: «Decine di persone potrebbero scegliere di collegarsi alla rete stando comodamente seduti per molto tempo nelle vetture, intasando le stesse e impedendo l’ottimale fruizione da parte degli utenti».

Che fare allora? In altre città è stato addirittura spento il wifi pubblico per evitare assembramenti di profughi. Nel caso di Trieste, invece, il gruppo leghista chiede al sindaco e agli assessori competenti di «intervenire presso il concessionario del trasporto pubblico locale al fine di valutare soluzioni atte a contemperare i presunti benefici del servizio wi-fi con la primaria necessità di non creare disagi all’utenza rispetto alla massimizzazione della fruibilità delle vetture».

Una Lega “massimalista” contro una maggioranza di centrodestra “lassista”. Pronta persino a sabotare l’innovazione web di Trieste Trasporti 2.0 per la quale sono stati investiti quasi 3 milioni. «Da tempo Trieste Trasporti ha intrapreso un percorso di innovazione costante, di cui questa è solo la prima tappa di un ulteriore processo di modernizzazione che ci vedrà attivi nei prossimi mesi.

In questo modo vogliamo rispondere alle esigenze della clientela abituale ma anche a quelle dei turisti che, sempre più numerosi, visitano Trieste» aveva dichiarato a novembre Pier Giorgio Luccarini, presidente di Trieste Trasporti, presentando la nuova app, il sito web e il wifi.

«L’accesso a internet è una necessità e non può più essere considerato come un privilegio. È quindi opportuno che anche il trasporto pubblico faccia un passo verso la tecnologia dotando i propri mezzi di connessioni wifi gratuite. Trieste è il capoluogo di regione, soprattutto è una capitale d’area, e come tale merita di avere alti standard qualitativi nei servizi», aveva invece dichiarato nel marzo 2016 l’allora candidato sindaco Dipiazza. Cosa farà ora che è stato eletto e governa da sei mesi la capitale d’area? Costringerà la Trieste Trasporti a rimangiarsi la sua stessa promessa?

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