Il 5 gennaio al via la stagione dei saldi
La richiesta dei negozianti alla vigilia della partenza in Fvg delle svendite: "Il sistema va cambiato"
di Diego D’Amelio
TRIESTE Non c’è inizio d'anno senza saldi. La corsa allo shopping a prezzo scontato comincerà domani, giovedì 5 gennaio, e si protrarrà fino al 31 marzo: limiti temporali fissati dalla Regione, in piena sintonia con la maggior parte d'Italia. I commercianti hanno cominciato ad allestire le vetrine, con le due solite accortezze: indicare in modo esplicito la natura della vendita ed esporre il doppio prezzo. Sono queste d’altronde le principali avvertenze fornite dalle associazioni dei consumatori a chi si appresta a comprare in saldo, per evitare che la svendita si trasformi in bidone. Da una parte, assicurarsi che la merce in saldo sia separata da quella normalmente venduta dal negozio, per essere certi di non acquistare vestiario risalente a stagioni precedenti, tirato puntualmente fuori dal magazzino a ogni svendita. Dall’altra, prestare attenzione all'esposizione del cartellino che indichi il prezzo praticato prima della liquidazione e quello finale, con tanto di percentuale dello sconto.
L’ultima precauzione è quella di essere davvero certi dell'acquisto, perché il cambio della merce in saldo è a discrezione del commerciante e l'unica sostituzione garantita è quella di un prodotto difettoso, a patto di aver conservato lo scontrino. Formalmente nulla potrà essere venduto in saldo prima della mattina di domani, ma sono molti i negozianti che hanno cominciato ad applicare forti sconti dopo Natale, magari soltanto per i propri clienti abituali. Il mercato è d’altronde liberalizzato e non c’è più il divieto di praticare vendite promozionali nelle settimane che precedono i saldi.
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Ciò ha provocato più di qualche frizione nella categoria, fra chi aspetta i saldi per cominciare la vendita al ribasso e chi adotta invece un’aggressiva politica di prezzi stracciati, con riduzioni anche del 30-40% fin da inizio dicembre: una strategia che possono permettersi solo negozi monomarca e grande distribuzione, che fanno leva sulle grandi quantità.
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Se i saldi sono un'abitudine intramontabile per chi vuole rifarsi il guardaroba a prezzi più accessibili del solito, fra i commercianti si discute allora da tempo sulla necessità di rivedere le modalità delle svendite, considerate non più al passo con le nuove abitudini d'acquisto dei clienti. Molti venditori ritengono infatti troppo breve la stagione di vendita ordinaria delle collezioni autunno-inverno: non tutti amano comprare il cappotto ad agosto e certo non aiutano inverni con temperature meno rigide di un tempo. E così, complice anche la crisi, molta merce rimane invenduta a inizio di gennaio, quando cominciano i saldi: in questo modo i forti sconti non hanno più lo scopo di liberarsi delle giacenze, ma diventano il vero e proprio momento di vendita, con margini troppo bassi per coprire le spese fisse dell'attività. Un meccanismo che spinge molti clienti a limitare i regali natalizi e aspettare i giorni dell'Epifania per fare razzia nei negozi. Il presidente di Federmoda Fvg, Mario Ulian, annuncia dunque «una proposta di riforma nazionale in arrivo da Confcommercio: «I saldi sono fondamentali, ma bisogna riportarli alla loro funzione originaria, limitando le promozioni indiscriminate durante l’anno, perché confondono il mercato, svuotano i ricavi possibili grazie ai saldi e puntano su prodotti di bassa qualità. Il mercato è libero, ma servono regole uguali in tutta Italia».
Già i saldi estivi hanno d’altronde deluso la categoria, come riportato dalle ultime rilevazioni di Confcommercio Fvg, secondo cui il 43% dei commercianti richiede una revisione del sistema dopo aver registrato incassi che solo in pochissimi casi sono stati più alti dell'anno precedente. Per il presidente di Confcommercio Fvg, Alberto Marchiori, «i saldi ha senso farli a fine stagione, ma oggi ci sono promozioni, vendite su Internet e finti outlet che non vendono solo abiti delle stagioni passate. E così spuntano le promozioni indiscriminate. Oggi i saldi restano un’opportunità per il cliente ma non lo sono più per il commerciante: bisogna riportarli alla loro accezione corretta limitando gli sconti lungo il resto dell'anno. Non si può pensare alla liberalizzazione totale, ma dobbiamo capire che ne pensa il legislatore». Il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, si è già detto pronto a discuterne, non appena Confcommercio metterà la sua proposta sul tavolo.
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