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Trieste, quattro giovani nei guai per una "candid-camera"

In piazza Venezia minacciavano le persone gridando "Questa è una rapina". Invece stavano solo girando dei video

1 minuto di lettura
Una ragazza con una videocamera 

TRIESTE Piazza Venezia, ieri pomeriggio. Quattro ragazzi triestini dai 20 ai 25 anni si avvicinano ai veicoli fermi al semaforo con il volto coperto da una calzamaglia: aprono le portiere e minacciano “Questa è una rapina”.

Una agente di polizia locale in borghese si trova lì, assiste alla scena e passa all'azione allertando subito la sala operativa per l'invio di una pattuglia di supporto; contestualmente si palesa e blocca i 4 che non oppongono alcuna resistenza. La pattuglia arriva in pochi attimi e scorta il gruppo alla caserma San Sebastiano dove vengono identificati: qui i giovani raccontano che in realtà stavano facendo dei video nascosti per una società televisiva; scopo della sceneggiata - con protagonisti involontari i conducenti - era quello di sondare le reazioni della gente. Versione confermata dagli strumenti che avevano con sé (videocamere e registrazioni).

Al di là della mancanza di buon senso e considerazione sulle possibili conseguenze di fronte a persone anziane, deboli di cuore o inclini a reazioni violente, nessuno di essi ha realizzato di aver commesso dei reati: dal concorso per procurato allarme (aggravato dal volto coperto) al concorso in violenza privata. Leggerezza e ignoranza che hanno pagato con una denuncia a piede libero e il sequestro delle telecamere e tutto il materiale video prodotto.

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