Braccio di ferro sulla produzione di ghisa
Giornata decisiva per il futuro della Ferriera tra verdetto del Tar sul calo di produzione e faccia a faccia Dipiazza-sindacati

È braccio di ferro tra Siderurgica Triestina e il Comune sulla quantità di ghisa da produrre alla Ferriera di Servola. Secondo quanto ha riferito la stessa azienda ai sindacati, è previsto per domani il pronunciamento del Tar sull’ordinanza del 10 novembre del sindaco Roberto Dipiazza che impone «di mantenere la produzione mensile di ghisa nelle 34mila tonnellate ai fini della tutela della salute pubblica fino all’emanazione del provvedimento conclusivo di accertamento del completamento degli interventi strutturali per l’altoforno». «Gli interventi sono stati fatti e verificati da una commissione di cui lo stesso Comune faceva parte», ribatte Umberto Salvaneschi (Fim-Cisl). E Franco Palman (Uilm) bolla come «inattuabili e demagogiche» le dichiarazioni dello stesso Dipiazza per cui dopo la chisura dell’area a caldo numerosi lavoratori potrebbero venir assorbiti dalla stessa amministrazione comunale. «L’unica possibilità sarebbe qualche inserimento nell’ambito dei lavoratori socialmente utili il che sarebbe peggio che essere messi in cassa integrazione - specifica Palman - Grazie ad Arvedi invece e all’ampliamento e alla prossima entrata in funzione a pieno regime del laminatoio, entro il 2018 potrebbero venir assunte in Ferriera ulteriori ottanta persone». Il lato paradossale della vicenda è che proprio domani, per la prima volta, lo stesso Dipiazza ha accettato un confronto, che si terrà alle 11.30 in municipio con le rsu della Ferriera.
Ieri intanto per fare il punto della situazione dello stabilimento siderurgico si è svolto in Regione un incontro richiesto dalle stesse segreterie provinciali di Fim, Fiom, Uilm e Failms. La presidente Debora Serracchiani ha comunicato che sono iniziati i sopralluoghi delle ditte interessate a presentare le loro offerte di gara per il bando pubblicato dall'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa (Invitalia) per l'affidamento di una Campagna di indagini geognostiche e idrogeologiche, finalizzata al progetto di messa in sicurezza della Ferriera attraverso interventi di marginamento fisico dell'area demaniale in concessione e di trattamento delle acque di falda contaminate. Da parte loro i sindacati, a tutela dei lavoratori, hanno chiesto all'amministrazione regionale un monitoraggio costante sui prossimi sviluppi societari, ovvero il conferimento del ramo d'azienda che include gli impianti e un'ampia porzione dell'attività dello stabilimento triestino ad Acciaieria Arvedi, mentre Siderurgica Triestina conserverà la parte della logistica portuale. A seguito di questa trasformazione, infatti, 447 dipendenti dal primo gennaio passeranno ad Acciaieria Arvedi, mentre a Siderurgica Triestina ne rimarranno solo 58, fermo restando che entrambe le società del Gruppo sono interamente controllate da Finarvedi. Un accordo in questo senso tra azienda e sindacati è stato raggiunto il 2 dicembre e in questi giorni è stato ratificato dall’assemblea dei lavoratori.
Per questa mattina alle 9 invece sono stati convocati dalla Regione, come informa Cristian Prella di Failms, gli ultimi 30 ex dipendenti della Lucchini che sono ancora in cassa integrazione, che in parte hanno seguito corsi di riqualificazione professionale e che sarrano riassorbiti entro l’anno.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori