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Circolare “antiFido” a scuola, genitori in rivolta

La preside della primaria di Gretta vieta di entrare in atrio con il cane ai familiari in attesa dei piccoli alunni. La replica: «Una gran cavolata»

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Un cane appostato davanti alla scuola Saba di Gretta in attesa dell'arrivo del padroncino (Silvano) 

TRIESTE Dopo l’offensiva antibarboni e la stretta contro l’accattonaggio, arriva un nuovo divieto destinato a far discutere. A imporlo questa volta, però, non è il Comune bensì la preside dell’istituto comprensivo di Roiano Gretta, Chiara Pocecco, che ha firmato una circolare già ribattezzata da alcuni “anti Fido”.

Il caso è scoppiato all’interno della statale elementare Umberto Saba dopo l’affissione di un cartello sulla porta d’ingresso in cui la dirigente scrive a chiare lettere di «ritenere opportuno vietare ai cani l'accesso all’interno dei locali scolastici». Il riferimento è all’abitudine - diffusissima tra i papà, le mamme e i nonni che ogni giorno vanno a prendere i loro pargoli al termine delle lezioni -, di presentarsi a scuola insieme all’animale di casa tenuto al guinzaglio, stanzionando con lui, specie nelle giornate più fredde, direttamente nell’atrio.

 

La circolare "incriminata" 

 

Un’abitudine che però, d’ora in poi, la preside non intende più tollerare. Di qui la protesta di alcuni genitori che, letta la circolare, hanno subito inviato una mail alla dirigente, senza però ottenere risposta. In quella lettera papà e mamme “Fidomuniti” ricordano come i loro cani - tra gli “habituè” alcuni Labrador, un Golden Retriever e un bassotto -, non abbiano mai creato problemi per la sicurezza di bambini e adulti.

L’offensiva antiquadrupedi peraltro, osservano i firmatari della mail, crea anche un problema logistico di non poco conto dal momento che, vietando l’accesso all’atrio dell'edificio, impedisce di fatto alle mamme e ai papà di prelevare i bambini alla fine delle lezioni. Mentre, per legge, i genitori sono obbligati a prendere i figli in consegna “brevi manu” dalla maestra. Da due settimane a questa parte, dunque, chi va a scuola con l’animale o deve chiedere a un altro genitore di recuperare il proprio pargolo, prelevandolo in atrio magari con una delega, oppure deve lasciare in strada il cane stesso, affidandolo per qualche secondo in altre mani. Una novità, come detto, che fa storcere molti nasi. Anche perchè, in quel punto di Gretta, la bora soffia fortissima e d'inverno con il freddo preferiscono attendere i bambini nell'atrio. Ora non è più possibile. E il motivo, fanno notare i genitori inviperiti, non è stato nemmeno chiarito.

La circolare si limita infatti a sostere che i migliori amici dell'uomo creerebbero «disagio e preoccupazione» ad alcuni minori. «Ci sono state delle segnalazioni da parte di alcuni genitori durante le riunioni interclasse», taglia corto Pocecco. Versione, tuttavia, contestata da parecchie famiglie. «È da otto anni che vengo qui - dice Michela Ragusin - e nessun cane ha mai fatto nulla, sono tutti al guinzaglio. Alle 13, quando esce mio figlio, ci sono poche classi e forse tre cani, alle 16 invece c’è il caos e dunque non entro nemmeno con l’animale, perché sarebbe lui a finire calpestato. Oggi è bel tempo e un’altra mamma me lo ha tenuto perché io prendessi il bambino, mi è andata bene». Anche un padre, che preferisce rimanere anonimo, si lamenta: «Obbedisco alla regola, ma non la approvo». Così Pamela Brachini, che definisce questo nuovo divieto una «cavolata». «A me i cani non danno fastidio, non li ho mai nemmeno sentiti abbaiare, sono un simbolo di educazione», dice.

Silvia Santi, mamma di due bimbi della Saba, e veterinaria, se la prende invece con il modo in cui è stata comunicata questa novità. «Quando vado a scuola, tengo la mia cagnolina in braccio perché è paurosa - spiega -. Ma portarla con me è un'occasione, visto che abito a Barcola, per farle fare due passi. Non sono d'accordo sulle modalità del divieto: la decisione andava comunicata un po’ meglio per capire le motivazioni, così si subisce un diniego senza un'effettiva ragione. Bisognava parlarne, mi sarei aspettata un dibattito». Forse un incontro avrebbe messo in discussione tutti. «Sono delusa, il problema rimane comunque - continua -, perché se i bambini hanno paura, continueranno ad averla, invece bisogna intervenire su questo problema. Sarebbe stata un'occasione di confronto, mettendo questo animale fuori dalla porta non si risolve nulla». La mamma lancia anche un’idea che potrebbe mettere tutti d’accordo: «Basterebbe predisporre un moschettone al muro, come nei negozi, dove lasci il cane un attimo - ipotizza -. Oppure istituire una “zona genitori con cani”». Il dibattito è aperto.

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